A che punto sono le procedure d’infrazione europee contro l’Italia?

A che punto sono le procedure d’infrazione europee contro l’Italia? - bandiera Italia ed Europa
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Sono ancora all’inizio, anche se a tappe diverse, le due procedure d’infrazione che la Commissione europea ha aperto contro l’Italia contestando la normativa in tema di armi e di caccia.

Delle sessantotto procedure d’infrazione che la Commissione europee mantiene aperte contro l’Italia due riguardano da vicino, più o meno direttamente, i cacciatori. Una, quella sulle munizioni in piombo e sulla presunta violazione della direttiva Uccelli, risale a più di un anno e mezzo fa, e ancora l’iter è fermo al secondo passaggio, la formulazione del parere motivato col quale la Commissione ha contestato l’inadempimento e ha intimato al governo Meloni di porre fine all’irregolarità.

È ancora più indietro la seconda procedura, dovuta al recepimento (inadeguato?) della direttiva Armi: sono scaduti da pochi giorni i due mesi entro i quali il governo avrebbe dovuto rispondere (lo avrà fatto?) alla lettera di messa in mora.

Se neppure dopo il parere motivato l’Italia avrà adeguato la propria normativa a quella comunitaria, la Commissione europea si rivolgerà alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, che accertata l’eventuale violazione emetterà una sentenza.

Se lo Stato non si conforma a una sentenza sfavorevole, la Commissione europea chiede alla Corte di giustizia che disponga il pagamento di una sanzione, che si compone di una penalità di mora giornaliera (per l’Italia minimo 8.505,11 euro) e di una somma forfettaria (per l’Italia minimo 7.038.000 euro).

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