Wwf: «stretta correlazione» tra caccia e bracconaggio

Wwf «stretta correlazione» tra caccia e bracconaggio - picchio nero
©Monika Surzin / shutterstock

Dopo l’abbattimento d’un picchio nero in Valpredina, il Wwf denuncia «una stretta correlazione» tra caccia e bracconaggio.

Il clima si sta accendendo, segno che la discussione della riforma della legge 157/92 sta per ripartire (già la prossima settimana? si saprà tra qualche ora): mentre la Lipu ha lanciato una petizione rivolta direttamente a Giorgia Meloni, il Wwf italiano ha diffuso una nota in cui evidenzia «una stretta correlazione» tra la caccia e il bracconaggio («i fenomeni d’illegalità»); l’innesco è l’abbattimento d’un picchio nero, «colpito da cinque pallini da caccia», in Valpredina.

Per il Wwf «politica e associazioni venatorie» condividono quantomeno «un atteggiamento di disinteresse» nei confronti del bracconaggio, che «si limitano a ribadire che è diverso» dalla caccia; in questo modo «anziché isolare e reprimere» chi viola la legge «alimentano un senso di impunità [in] chi continua a sparare a qualsiasi cosa si muova, a tappezzare le valli di reti e trappole, a trafficare animali vivi e morti per ottenere profitti illeciti».

Inoltre il Wwf ritiene che, «anziché rafforzare i controlli e tutelare la biodiversità», le misure in vigore in Lombardia «[abbiano] reso sempre più difficile contrastare [i comportamenti] illegali»: nell’elenco entrano «sanatorie per la detenzione di uccelli da richiamo, la legge nota come “spara e mangia”, l’obbligo per gli agenti di vigilanza d’indossare capi ad alta visibilità, la cancellazione del divieto di caccia sui valichi montani»; la tendenza, «ampia e preoccupante», s’estende a livello nazionale.

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