Il Wwf si dice pronto a promuovere azioni legali contro la caccia in deroga al fringuello.
«La [riforma] in discussione in parlamento è solo l’atto conclusivo di una strategia» la cui attuazione passa anche dal ddl montagna, che dispone minore protezione per il lupo e meno restrizioni in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie, e dalla caccia in deroga, soprattutto al fringuello: su quest’ultimo tema il Wwf (il virgolettato è di Dante Caserta, responsabile degli affari legali e istituzionali) s’è attivato, e fa sapere che sta preparando ricorsi «per bloccare le delibere regionali».
Con questi presupposti dunque erano inevitabili «lo sdegno e la ferma opposizione» scatenati dalla richiesta della cabina di regia del mondo venatorio toscano (ne fanno parte Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia; non, com’è noto, la Federcaccia), che ha scritto ai vertici della giunta regionale chiedendo l’attivazione della deroga al fringuello.
Insieme al Wwf, Enpa, Lac, Lav, Legambiente e Lipu hanno firmato una nota in cui chiedono a Eugenio Giani e Stefania Saccardi, presidente e vicepresidente della Toscana, di respingere «una richiesta inaccettabile e irricevibile», che rappresenta «un attacco alla biodiversità e un nuovo fronte di contenzioso con l’Unione europea», dalla quale si rischiano nuove procedure d’infrazione; è evidente che «dietro l’invocazione della tradizione» si cela il tentativo «di reintrodurre pratiche anacronistiche e dannose».
Per le sei sigle oltre che «illegittima sul piano giuridico» la concessione della deroga sarebbe «eticamente inaccettabile, culturalmente regressiva e profondamente impopolare: l’opinione pubblica italiana, infatti, si è già ampiamente espressa contro la caccia per divertimento a specie protette».
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