Sulla riforma della legge sulla caccia opposizioni pronte a combattere

Sulla riforma della legge sulla caccia opposizioni pronte a combattere - cacciatore di spalle, cappello rosso, fucile in mano
© Mountains Hunter / shutterstock

Luglio si chiude con l’ultima seduta delle commissioni Agricoltura e Ambiente prima della scadenza del termine per presentare gli emendamenti alla riforma della legge sulla caccia promossa dalla maggioranza: le opposizioni si preparano alla battaglia.

Entro mezzogiorno di lunedì le forze politiche dovranno aver presentato gli emendamenti alla riforma della legge sulla caccia firmata dai capigruppo del centrodestra, e l’andamento dell’ultima seduta settimanale delle commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato fa capire che dalle opposizioni ne arriveranno migliaia.

Particolarmente attivo si segnala il Movimento 5 Stelle (non deve sorprendere: nella prima parte della legislatura il suo ostruzionismo ha fatto naufragare il ddl Bruzzone), che contesta addirittura il possibile nuovo titolo della legge: per la senatrice Sabrina Licheri «si ribalta di fatto l’approccio», assegnando alla fauna lo status «non più [di] bene da proteggere, ma [di] mera risorsa da gestire».

Il Movimento 5 Stelle è critico anche sulla proposta di far saltare i limiti numerici all’utilizzo dei richiami vivi nati e allevati in cattività: arriveranno emendamenti specifici contro «questa pratica, un oltraggio al rispetto della vita animale», in contrasto «con i principi di civiltà e compassione, una sorta di tortura legalizzata». In parallelo, ha annunciato Luigi Nave, altri emendamenti garantiranno «che sia lo Stato a effettuare gli interventi necessari, quali quelli sugli ungulati».

Non si farà presto

In generale il Movimento 5 Stelle, ancora Nave, intende «contrastare la caccia intesa come attività ricreativa»; «ci si domanda con disappunto» ha segnalato Sabrina Licheri «com’è possibile che […] si permetta ancora di uccidere esseri senzienti per sport (!) o per piacere personale».

Sull’impianto della riforma è critica anche Silvia Fregolent, senatrice d’Italia Viva e vicepresidente di minoranza della nona commissione: il provvedimento, ritiene, «è eccessivamente spostato verso la libera caccia, e contrasta con la mutata sensibilità verso la protezione degli animali». È significativo il fatto che Fregolent non abbia citato i cacciatori nelle categorie tra le quali trovare «un punto d’equilibrio», necessario solo tra «i diritti degli agricoltori» e «la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema».

Lunedì si saprà quanti emendamenti (i retroscena raccontano già di un numero esagerato) i gruppi parlamentari abbiano presentato al ddl adottato come testo base; di sicuro, lo si può già dire appena iniziata la discussione, non si farà presto.

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