Scontro tra associazioni venatorie della Puglia

Scontro tra associazioni venatorie della Puglia: cacciatore di spalle con gilet giallo alta visibilità
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La Federcaccia risponde alle critiche dell’Arcicaccia: è scontro tra le associazioni venatorie della Puglia.

È una sorta di classico dell’estate quando le campagne di tesseramento si fanno più aggressive, ma si rischia sempre di restare sorpresi quando le associazioni venatorie entrano ferocemente in contrapposizione: quest’anno lo scenario dello scontro è la Puglia, dove il presidente dell’Arcicaccia regionale Giuseppe De Bartolomeo ha detto di temere che si vada incontro «al definitivo fallimento degli Atc e si riduca la caccia a una questione di censo» esercitabile solo a pagamento, in riserva.

Per l’Arcicaccia la responsabilità è da ricercare essenzialmente nell’operato della Federcaccia, dei suoi studi scientifici e «dei monitoraggi caserecci». Da qui De Bartolomeo ritiene che nasca buona parte delle incertezze sui calendari venatori; registra infatti confusione sui piani di conservazione e penalizzazioni per le tradizioni venatorie meridionali.

La replica della Federcaccia

Pur senza mai citare né lui né l’Arcicaccia (un po’ come nel 2008 Veltroni e il principale esponente dello schieramento avverso: non gli andò granché bene) gli ha risposto Luigi Scalera, presidente regionale della Federcaccia, secondo il quale si tratta soltanto di «scuse utili per evitare d’ammettere sia le responsabilità» sia la difficoltà di dare risposte concrete al mondo venatorio, motivo di «una vera e propria emorragia di soci».

Per la Federcaccia i monitoraggi e gli studi scientifici sono fondamentali per tutelare l’esercizio della caccia e difenderla in tribunale; i problemi sui calendari venatori sono in realtà dovuti «a una politica venatoria filoambientalista posta in essere dall’associazione che pubblicamente ha preso posizione a favore dei pareri Ispra», e dunque «contro le cacce tradizionali pugliesi».

È vero che potrebbe essere semplicemente lo scandale du jour di cui ci si dimentica trascorse le ventiquattr’ore d’ordinanza; però ogni tanto sarebbe bene ricordarsi che gli avversari della caccia stanno al di fuori, non all’interno delle associazioni venatorie.

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