Referendum sulla caccia: bravi, ma adesso basta – editoriale

Referendum sulla caccia: schede elettorali
© Stefano Bolognini / shutterstock

Il mondo della caccia non deve declassare a fastidiosi ronzii i tentativi, seppur velleitari, d’ostacolarlo: l’esempio più evidente è il referendum promosso dal Cadapa.

Mancano poche settimane alla tanto attesa terza domenica di settembre, data simbolo per l’apertura della nuova stagione venatoria. La maggior parte dei cacciatori è pronta da tempo, i ritardatari hanno tutto il tempo per mettere a punto gli ultimi dettagli. Ma mentre qualcuno aspetta per un anno intero l’arrivo di questo momento, c’è chi nello stesso periodo si prepara per rovinare la magia.

Tra i tanti, mi riferisco agli “amici” del Cadapa. Sapete chi sono? Sono gli “amici” del comitato Sì-aboliamo la caccia, quelli che a fine 2021 si videro annullare dalla Corte di Cassazione un velleitario tentativo di raccolta firme per far convocare un referendum sulla caccia che avrebbe dovuto portare a termine il loro piano: l’abolizione di parti della 157/92, un progetto che fu sonoramente criticato, e mai appoggiato, anche da molte associazioni animaliste e ambientaliste.

Si sono rifatti un po’ il look e sono tornati alla carica. Adesso sono addirittura il Comitato antispecista difesa animali protezione ambiente, il Cadapa appunto. Davanti a cotanta, roboante denominazione, non mi vergogno ad ammettere di aver chiesto aiuto alla Treccani: la celebre enciclopedia, nella sua versione online, mi ha spiegato che per antispecismo si intende un «pensiero, movimento, atteggiamento che, in opposizione allo specismo, si oppone alla convinzione, ritenuta pregiudiziale, secondo cui la specie umana sarebbe superiore alle altre specie animali e sostiene che l’essere umano non può disporre della vita e della libertà di esseri appartenenti a un’altra specie».

Referendum sulla caccia: una legge costituzionale inventata

Lascio a voi giudicare, non prima di avervi ricordato che nel 2021 delle 520.000 firme dichiarate dal comitato in Cassazione ne furono depositate effettivamente 256.274, tra sottoscrizioni su supporto cartaceo e digitale, delle quali soltanto 119.160 furono ritenute valide. Un po’ pochine.

Nonostante la mesta figura, con la nuova identità di Cadapa ci riprovano e dimostrano di non aver perso il vizio. Dopo aver indetto un nuovo referendum a poco più di un anno di distanza dal precedente flop, hanno dapprima fatto i conti con una seconda, miserabile figuraccia, poi hanno tentato di farsi una legge costituzionale a proprio uso e consumo. Sentite qua: viste le pochissime firme raccolte, hanno chiesto di spostare d’ufficio al 20 giugno la data d’avvio della raccolta, posticipando la chiusura, con l’obiettivo di spostare la raccolta delle firme dai banchetti e dagli uffici comunali alla modalità online, attraverso l’autenticazione con Spid. Insomma, non si arrendono neppure davanti all’evidenza.

Bene ha fatto la cabina di regia del mondo venatorio, l’organismo che coordina l’attività di Federcaccia, Libera caccia, Enalcaccia, Italcaccia, Anuu e Cncn, a bollare come «intendimento velleitario e non legittimo» l’arrogante progetto del Cadapa che, a questo giro, non si sarebbe accontentato di eliminare parti della legge 157/92, ma chiedeva anche di abrogare l’articolo 842 del codice civile, quello che autorizza l’accesso dei cacciatori ai fondi privati.

Essere proattivi

Non mi illudo che questi signori si fermino; spero però che tutto il mondo che ruota attorno al mondo della caccia non abbassi la guardia, non declassi a fastidiosi ronzii questi seppur velleitari tentativi, ma, al contrario, sappia intercettare le nuove esigenze della società in cui viviamo e il bisogno di rinnovamento della datata architettura normativa che regola la caccia, proponendo soluzioni al passo con i tempi e che guardino al medio-lungo periodo, per assicurare alla caccia e ai cacciatori un futuro un po’ più sereno.

Perché, statene certi, a poche settimane dall’apertura della nuova stagione venatoria dobbiamo prepararci anche allo stillicidio degli ormai immancabili ricorsi al Tar promossi da larga parte del mondo ambientalista e animalista. E così è davvero difficile continuare: i primi a restare increduli davanti a tanto caos e a tanta incertezza sono quei giovani che restano lontani dalla caccia invece di rappresentarne il futuro.

Intanto, un sincero in bocca al lupo a tutti i cacciatori per la nuova stagione venatoria.

Scopri le ultime notizie di caccia, i test di ottichearmi e munizioni e i contenuti di Caccia Magazine settembre 2023 sul portale web di Caccia Magazine.