Sako S20, anteprima: il segreto è lo chassis

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Sako precision solution è la filosofia che ispira Sako nel settore delle carabine bolt action e mette insieme caccia e tiro di precisione. Un unico progetto, ibrido e modulare, che si propone come la base per soddisfare esigenze tra loro estremamente differenti.

Della nuova carabina Sako S20 si è parlato in occasione della presentazione avvenuta nel corso della fiera di Las Vegas. Una veloce apparizione alla Hit di Vicenza, poi l’oblio, causato ovviamente dall’emergenza sanitaria globale. Una mancanza, nel caso della nuova proposta del produttore finlandese, particolarmente evidente in virtù delle innovazioni che il progetto S20 porta con sé.

Precisione e performance, questo è uno dei messaggi associati alla nuova carabina. La precisione è dote apprezzata da tutti, che siano cacciatori o tiratori a lunga distanza. Le performance – le prestazioni in lingua italiana – sono altrettanto apprezzate ma generalmente associate a una spiccata specializzazione dell’arma. Ed è inevitabile che le due categorie di utilizzatori a cui si propone l’azienda finlandese aspirino a caratteristiche completamente differenti tra loro: l’esperienza ci insegna quanto ciò che si presta all’impiego venatorio non è quanto di meglio si possa desiderare in quello agonistico. Basterebbe cambiare il calcio, si potrebbe obiettare, ma si tratta di una risposta semplicistica. Il tiratore agonista si aspetta qualcosa di più di un semplice intervento cosmetico.

Sako ha pensato sì a una calciatura sostituibile, ma ha sviluppato un sistema d’arma attorno a uno chassis, che consente di applicare una serie di variazioni pressoché infinita così da accontentare qualunque utilizzatore. La filosofia che la ispira non esclude infatti sviluppi ed evoluzioni che potranno estendere ulteriormente i campi d’impiego dello strumento. In questo modo, la S20 si configura come un progetto al tempo stesso modulare e ibrido. Una novità non indifferente.

Lo chassis

Tutto parte dal telaio. Realizzato in alluminio anodizzato, costituisce l’interfaccia tra l’azione – a cui è collegato da tre viti Torx – e tutto il resto, segnatamente calciatura e astina che, in questo modo, risultano intercambiabili e altamente configurabili. L’arma viene infatti proposta nelle versioni Hunter e Precision, quindi dedicate al tiro di caccia e a quello sportivo, che grazie alla modularità del sistema sono tra loro intercambiabili. Azione e canna sono le medesime.

Tornando allo chassis, questo componente fondamentale fornisce un bedding a V su tutta la lunghezza dell’azione, garantendo quindi un contatto totale a garanzia della massima precisione e la migliore dispersione dell’energia prodotta dal rinculo. Il calcio – realizzato in polimero Hir (high impact resistant) – è assicurato al telaio da due viti che agiscono su una piastra di collegamento, così da renderlo sostituibile; essendo removibile fa sì che la S20 sia un’arma takedown. Tale da essere smontata per il trasporto e richiedere una valigetta molto compatta e bilanciata.

Lo smontaggio del calcio e dell’astina, i due componenti che insistono in prima analisi sul telaio, è operazione intuitiva, facilitata comunque dai numerosi tutorial che il produttore mette gratuitamente a disposizione in rete. Posso personalmente assicurare che, risolto un dubbio iniziale, ho proceduto allo smontaggio di tutto il sistema in pochi minuti e mediante l’impiego di un’unica chiave. Un ulteriore bonus per un’arma che vuole davvero essere modulare.

Abbiamo presentato la Sako S20 in Digital Show 2020. Su Caccia Magazine sono disponibili tutte le ultime novità sui prodotti Sako.