Il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni Earth e Animal Liberation contro il calendario venatorio regionale.
Il primo round stagionale è andato, ed è andato bene: il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto (ordinanza 231/25) il ricorso cautelare delle associazioni Earth e Animal Liberation, che avevano impugnato il calendario venatorio regionale 2025/26 nelle parti in cui consente la caccia vagante a settembre e a gennaio; al fianco della Regione, in giudizio s’erano costituite la Federcaccia e l’Enalcaccia.
Di questo tema, scrive il Tar, si potrà discutere soltanto nell’udienza di merito: la domanda cautelare, infatti, risulta «carente d’interesse», perché nella relazione tecnica che accompagna il calendario la giunta ha specificato che in molti Atc e in molte aziende faunistico-venatorie, nelle quali la considerazione si estende anche alla lepre e al fagiano, s’attende ottobre per aprire la caccia alla starna e alla pernice rossa; e che a gennaio la caccia vagante è circoscritta al solo fagiano nelle aziende faunistico-venatorie.
Da quest’anno, dopo l’approvazione della terza legge di bilancio del governo Meloni, è cambiata la disciplina dei ricorsi al Tar: il termine si è ridotto a trenta giorni; e in caso di sospensione cautelare torna in vigore, fino alla sentenza di merito, il calendario venatorio della stagione precedente, o comunque l’ultimo valido.
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