Al momento solo i calendari venatori di Veneto, Marche e Abruzzo sono cambiati dopo il passaggio in tribunale.
Aver ridotto a trenta giorni il termine per i ricorsi ha prodotto un effetto chiaro: sono pochissimi, soprattutto se confrontati con le stagioni passate, i calendari venatori regionali 2025/26 modificati dopo un passaggio in tribunale; e anche nelle situazioni in cui qualcosa è cambiato s’è trattato d’un intervento circoscritto.
In attesa della decisione sul germano reale (udienza il 27 novembre), il Tar del Veneto ha sospeso la caccia al moriglione e dimezzato il carniere di allodole abbattibili sia in una singola giornata, da dieci a cinque, sia in tutta la stagione, da cinquanta a venticinque; il Tar dell’Abruzzo ha anticipato al 10 gennaio la chiusura della caccia a tordo sassello, tordo bottaccio e cesena, decisione analoga a quella presa dal Tar delle Marche che nell’elenco ha inserito anche la beccaccia.
Considerato che il calendario dell’Emilia Romagna è rimasto intatto dopo il ricorso e l’appello, anche se al contesto s’aggiunge quanto deciso dal Tar della Calabria (gli uffici della Regione hanno dovuto calcolare il carniere massimo stagionale per il prelievo di tordo bottaccio e cesena) e lo stop alla caccia in deroga al fringuello e allo storno in Liguria (respinto invece il ricorso in Lombardia e in Campania), non si può certo descrivere il quadro come negativo; lo segnala anche un dettaglio implicito: in nessuna regione è stato necessario ricorrere alla nuova clausola di salvaguardia che in caso di sospensione cautelare dell’intero calendario riporta in vigore quello della stagione precedente.
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