Sul portale ufficiale della Regione Lombardia è comparso il testo della delibera che autorizza la caccia in deroga a storno e fringuello.
Già noti, i contenuti del provvedimento (lo si attendeva da quattordici anni) con cui la giunta Fontana ha autorizzato la caccia in deroga in Lombardia ora sono anche ufficiali: a distanza di una settimana, sul portale ufficiale della Regione è comparso il testo della delibera approvata nella riunione di lunedì scorso.
Tutte le anticipazioni erano corrette: a ottobre e novembre, non più di tre giorni a settimana, la caccia in deroga sarà possibile solo da appostamento fisso (impiegabili richiami vivi solo d’allevamento, non di cattura); gli uffici della Regione sospenderanno il prelievo al raggiungimento del 90% del contingente, che vale 97.637 fringuelli e 36.552 storni.
Motivando la delibera, la giunta regionale segnala che la caccia in deroga è il retaggio di «una tradizione storica e culturale italiana fortemente radicata in Lombardia», utile per «valorizzare e rivitalizzare le varie componenti che compongono la ruralità», nelle quali rientrano «anche preparazioni gastronomiche tradizionali»: la cucina regionale, infatti, «fa parte dell’identità locale, ed è uno degli elementi essenziali del patrimonio culturale».
La caccia al tordo, si legge, non costituisce un’alternativa soddisfacente alla caccia in deroga, con la quale peraltro si incrementano gli interventi di miglioramento ambientale nelle zone d’ecotono: sono differenti la collocazione geografica («altitudine, orografia, contesto vegetazionale, caratteristiche ambientali») e la preparazione dell’appostamento; sono differenti gli orari e i richiami, e possono esserlo le armi e le munizioni; sono differenti «le capacità e le conoscenze specifiche» dei cacciatori.
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