Rispondendo a un’interrogazione del gruppo parlamentare della Lega al Senato, il ministro Pichetto Fratin ha chiarito quali sono i tempi e quali le modalità perché l’Italia, recependo la modifica della direttiva Habitat, proceda al declassamento dello stato di protezione del lupo.
In vigore da più di trent’anni, la normativa è di per sé chiarissima: l’articolo 16 del dpr 357/93 dispone che «il ministro dell’Ambiente, in conformità alle variazioni apportate alla direttiva in sede comunitaria, modifichi con proprio decreto» gli allegati alla direttiva Habitat; così Gilberto Pichetto Fratin, titolare della delega nel governo Meloni, ha risposto all’interrogazione con cui il gruppo parlamentare della Lega al Senato (prima firmataria Mara Bizzotto) gli ha chiesto quali siano le modalità e quale la tempistica perché l’Italia, concluso l’iter comunitario, proceda al declassamento dello stato di protezione del lupo, da strettamente protetto (o «rigorosamente protetto», come nel documento) a (soltanto) protetto.
Peraltro la Camera sta discutendo il ddl sul riconoscimento e sulla promozione delle zone montane, che la Lega (favorevole il governo) ha emendato in modo da rendere automatico il recepimento di ogni eventuale modica dello stato di protezione di ciascuna specie.
Pichetto Fratin ha detto inoltre che, in questa fase di transizione, «col supporto delle indicazioni tecniche dell’Ispra» il ministero si sta confrontando con le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per «categorizzare» i comportamenti dei lupi ed eventualmente pianificare le possibili azioni nei confronti di quelli problematici.
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