Periodo riproduttivo della beccaccia: quando chiudere la caccia?

Periodo riproduttivo della beccaccia quando chiudere la caccia
© Claude Le Pennec

Quando comincia il periodo riproduttivo della beccaccia? In Francia la data di chiusura della caccia alla beccaccia, fissata il 20 febbraio, fa discutere. Il documento “La realtà. Beccaccia, periodo riproduttivo, chiusura della sua caccia” offre diversi spunti di riflessione.

Quando comincia il periodo riproduttivo della beccaccia? Il dibattito è aperto. Le direttive europee in materia di gestione e conservazione dell’avifauna tutelano le specie selvatiche durante i periodi di riproduzione. È così anche per la beccaccia? Per rispondere a questa domanda abbiamo cercato di definire da quale data è possibile osservare i primi segni di attività sessuale nella specie, che annunciano l’inizio del periodo riproduttivo della Scolopax rusticola.

Periodo riproduttivo della beccaccia: via alle danze

Dalle osservazioni che abbiamo raccolto, in particolare da quelle fornite da tanti cacciatori, categoria di cui anche noi facciamo parte, a fine gennaio si ha evidenza dell’inizio dell’attività riproduttiva nella specie beccaccia; poco prima per i soggetti più precoci. A seconda delle annate le date possono variare di una o due decadi, talvolta anche di più, influenzate dalla situazione climatica e dalla fisiologia di alcuni individui. Tutte le testimonianze raccolte a seguito di osservazioni sul campo concordano con quanto riportato nella letteratura scientifica dagli esperti. I primi movimenti che annunciano l’inizio del ripasso sono stati osservati a partire da gennaio e sono la prova che le beccacce si stanno preparando alla riproduzione.

La croule è la prima manifestazione prenuziale. Le osservazioni sul campo hanno evidenziato che sono rilevabili a partire da fine gennaio in numerose regioni, sia in Francia sia in altri Paesi di svernamento. Sulle beccacce prelevate a caccia a gennaio e a febbraio (in Francia la caccia alla beccaccia chiude il 20 febbraio ndr), grazie alle autopsie effettuate dai cacciatori si è constatato un aumento di dimensioni dei testicoli e degli ovari (gonadi) a partire da fine gennaio. E questa è una prova inconfutabile dell’inizio dell’attività di riproduzione.

Inoltre, a partire da inizio febbraio sono stati individuati da molti cacciatori e forestali parecchi nidi, alcuni contenenti uova. Tenuto conto del lasso di tempo (un buon mese) che intercorre dalla loro individuazione sul terreno e l’inizio del periodo riproduttivo, ciò è un’ulteriore conferma del fatto che la beccaccia inizi l’attività riproduttiva in gennaio.

Si comincia a fine gennaio

Tutte queste osservazioni e considerazioni provano, quindi, che il periodo riproduttivo della beccaccia comincia a partire da fine gennaio. Ne consegue che un cacciatore che mette nel carniere una beccaccia a fine gennaio può aver prelevato un uccello che è in fase riproduttiva. Ciò, che va assurdamente in contrasto con l’esigenza di tutelare la fauna selvatica durante il periodo riproduttivo, ha contribuito non solo al declino del numero di riproduttori in Francia e in altre regioni di svernamento, ma anche al declino generale della specie a livello europeo.

Una situazione che i cacciatori di beccaccia, che sono in maggioranza consapevoli e responsabili, non possono continuare ad accettare. La probabilità che un numero non trascurabile di beccacce cominci il ciclo riproduttivo a fine gennaio è, infatti, un importante indicatore per stabilire che la sua caccia debba essere chiusa in quel momento. Farlo vorrebbe dire attuare una gestione venatoria etica e prudente.

Punti deboli dello studio francese

Nei Paesi di svernamento e di transito-sverno le date di chiusura della caccia alla beccaccia si distribuiscono nell’arco temporale che va dal 15 dicembre fino al 28 febbraio. Svizzera e Grecia sono i Paesi che rappresentano i due estremi (Fanbpo 2015, Gonçalves et al. 2019). E in Francia, Paese sovente citato ad esempio dai cacciatori europei per le numerose ricerche scientifiche condotte sulla specie, la caccia alla beccaccia chiude il 20 febbraio. Come è possibile?

Dalla stagione di caccia 1998-99 alla stagione 2001-2002 è stata condotta dal Club national des bécassiers (Cnb), su impulso di Jean Paul Boidot, una ricerca finalizzata a stabilire il periodo d’inizio delle attività di riproduzione della beccaccia, attraverso lo studio della biometria e l’analisi degli stadi istologici di maturazione delle gonadi nelle beccacce prelevate in Francia. Lo studio evidenziò il fatto che tale attività non compariva prima dell’inizio di marzo e su proposta del Cnb, il ministero francese fissò il 20 febbraio come data di chiusura della caccia alla beccaccia.

Noi abbiamo voluto analizzare il percorso che portò a questa decisione per verificarne la coerenza con una gestione venatoria sostenibile. Non mettiamo assolutamente in discussione i risultati dello studio relativi allo stadio di maturità delle gonadi (ovari e testicoli), condotto da esperti secondo precisi protocolli scientifici. Intendiamo invece sottolineare la variabilità di altri parametri considerati che vanno a influenzare l’inizio del periodo di riproduzione.

Variabilità dei parametri che influenzano l’inizio della riproduzione

Evoluzione degli stadi istologici delle gonadi:

  • 1) può variare da una stagione all’altra, nel tempo, di una o due decadi;
  • 2) può variare in funzione del sesso dell’uccello. Si constata un divario di due, tre decadi tra maschi e femmine;
  • 3) può variare in funzione dell’età degli individui. Gli adulti maturano prima dei giovani;
  • 4) può variare in funzione della biometria degli organi genitali condizionata in varia misura da diversi elementi.

Considerato tutto ciò stabilire l’inizio di marzo come periodo di inizio dell’attività riproduttiva resta un’ipotesi e non una certezza.

Sul protocollo di raccolta dati che ha permesso di costituire il campione di beccacce utilizzate per lo studio abbiamo molte riserve. Le beccacce considerate sono state prelevate solo in 32 dipartimenti francesi. Dei 759 individui che hanno costituito il campione, 493 (65%) sono stati prelevati a nord della Loira, regione in cui si effettua soltanto il 35% dei prelievi di tutta la Francia. Un’ulteriore aggravante: la Bretagna è largamente rappresentata con 342 beccacce (45% del campione), di cui 320 (42%) solo nel Finistère. Inoltre, il campione delle quattro stagioni considerate subisce variazioni numeriche troppo importanti (1998-99: 217 uccelli, 1999-2000: 108 individui).

La percentuale dei giovani poi raggiunge il 72%. È molto più elevata della percentuale media dei giovani prelevati ogni stagione di caccia a livello nazionale.

Un campione poco coerente

Altra considerazione. I prelievi delle beccacce che poi sono state considerate nel campione sono stati effettuati durante la migrazione autunnale e lo svernamento, cioè da ottobre a febbraio. Sarebbe stato più coerente che si considerassero per lo studio animali prelevati in gennaio e febbraio, alla fine del periodo di svernamento, quando i migratori si preparano alla riproduzione.

È quindi un dato di fatto che le beccacce che costituiscono il campione di questo studio non sono rappresentative della realtà sul territorio francese e con un protocollo di raccolta dati meglio strutturato i risultati sarebbero stati verosimilmente differenti. Alla luce di ciò si comprende meglio la domanda che pose Charles Fadat: «Come spiegare che un maggior numero di femmine mature non sia stato trovato nei risultati dello studio del Cnb?» Le nostre indagini oggi offrono la risposta.

Non si può non tenerne conto

Il periodo riproduttivo della Scolopax rusticola comincia in gennaio, almeno negli individui precoci. Abbiamo infatti raccolto le prove di ciò attraverso le testimonianze di cacciatori, inanellatori, forestali e consultando la letteratura scientifica in materia prodotta nell’ultimo secolo. Parallelamente abbiamo individuato una serie di punti deboli relativi allo studio realizzato una ventina di anni fa in Francia; in primis il fatto che il campione di beccacce considerato non è rappresentativo. Non ultimo, va evidenziato anche il fatto che la variazione degli stadi istologici delle gonadi oscilla di diverse decadi in funzione di numerosi parametri, tra i quali il clima e la fisiologia di certi individui.

Considerato tutto ciò, mal comprendiamo come questo studio abbia permesso di concludere che l’attività riproduttiva della beccaccia non compaia prima dell’inizio di marzo.

La conseguente decisione di chiudere la caccia alla beccaccia in Francia il 20 febbraio ha danneggiato la specie. Ciò ha anche condizionato le scelte in materia di gestione faunistico-venatoria in molti dei Paesi del Paleartico occidentale interessati dalla presenza della beccaccia. Paesi dove la data di chiusura della caccia alla Scolopax rusticola è stata fissata al 28 di febbraio.

Il colmo! La Francia, Paese ove si preleva il maggior numero di beccacce e citato ad esempio da numerosi esperti beccacciai, ha messo così a rischio la beccaccia. Questo perché ha deciso di chiudere la caccia il 20 febbraio. In questo modo ha fatto alla rusticola maggior torto della vicina Italia, dove la caccia alla beccaccia è concessa non oltre il 31 gennaio.

Inoltre, occorre riflettere sul fatto che oggi la chiusura al 20 febbraio è ancora avallata e giustificata esclusivamente da uno studio pubblicato oramai vent’anni fa.

Un lento declino, ma regolare

In Francia, dalla fine di gennaio al 20 febbraio vengono effettuati circa 60.000 prelievi a stagione. La data di chiusura del 20 febbraio poi, a causa dei prelievi che permette di realizzare, contribuisce quindi al declino della specie. Un declino lento ma regolare da quarant’anni a questa parte, come dimostra il calo dei prelievi constatato in Francia e in Europa (cfr P. Vignac, Bécasse des bois. Évolution des prélèvements in France et Europe), a seguito di una pressione venatoria rimasta però stabile nel tempo.

Non possiamo più continuare a far finta di niente davanti a una tale evidenza. Per fare in modo che non si continuino a prelevare beccacce durante il periodo riproduttivo serve subito fare un passo. E’ urgente che tutti i Paesi europei di svernamento e di transito decidano di chiudere uniformemente la caccia non oltre il 20 gennaio.

Periodo riproduttivo della beccaccia: chi sono gli autori

Gli autori (Philippe Vignac, ricercatore e cacciatore, Franck Ricaud, fotografo e cacciatore – fondatori del sito lachassedelabecassedesbois.com ove è pubblicata la versione integrale del documento “La realtà. Beccaccia, periodo riproduttivo, chiusura della sua caccia”, maggio 2021 – e Silvio Spanò, già professore di Zoologia applicata all’Università di Genova, ex presidente del Club della beccaccia e poi presidente onorario dello stesso sodalizio) ringraziano le centinaia di cacciatori, di inanellatori e di collaboratori che da oltre vent’anni forniscono dati preziosi sulla Scolopax rusticola e che hanno contribuito alla raccolta delle informazioni che sono state prese in considerazione per redarre il documento qui sintetizzato.

L’articolo completo, qui riportato parzialmente, è stato pubblicato sulla rivista Beccacce che Passione numero 2 2022. Se te lo sei perso, puoi acquistare in numero a questo link. Seguici sulla nostra pagina Facebook.