Pedersoli 86/71 Boarbuster New, il nostro test in anteprima

Pedersoli 86/71 Boarbuster New

Caratteristiche stilistiche e funzionali innovative vanno a esaltare l’interpretazione della carabina a leva Pedersoli 86/71 Boarbuster New. Che oggi propone nuovi apprezzabili contenuti a un prezzo ancor più concorrenziale.

I mesi bui non sono passati invano. Almeno per chi, spente le macchine per ottemperare agli obblighi che si sono succeduti nella gestione dell’emergenza sanitaria, ha tenuto accesa la creatività e si è dedicato allo sviluppo di idee nuove, cercando di prefigurare quello che sarebbe stato il futuro. Tra questi visionari c’è un’azienda che è degna rappresentante del made in Italy in tutto il mondo: la Davide Pedersoli di Gardone Valtrompia. In Pedersoli quelli che ho definito mesi bui si sono trasformati in opportunità e sono stati spesi per sviluppare progetti che giacevano nei cassetti ormai da qualche anno; tra questi, la rinnovata linea di carabine a leva modello Pedersoli 86/71 Boarbuster New. Per la presentazione della gamma si è dovuto però aspettare la fine di settembre perché alla crisi sanitaria è succeduta quella dell’approvvigionamento delle materie prime. Chissà come avrebbe corso l’economia nazionale senza questa ulteriore limitazione.

Da tre a cinque

La nuova gamma Boarbuster si ispira alla precedente, integrandola e aggiornandola per un totale di cinque versioni che strizzano sì l’occhio al mercato nazionale ma pure a quello americano, dominato dai produttori locali. Marlin su tutti. Propone quindi una linea di carabine a leva, molto competitiva per allestimenti e prestazioni, che rappresenta l’accesso a questo mondo molto popolare negli Usa e in crescita pure in Europa. Quelli che erano gli allestimenti della prima serie – Guidemaster, Camo e Mark II – sono oggi affiancati dalla versione d’accesso Shadow e, sul versante opposto, dalla Evolution, che presenta numerose ricercatezze di carattere estetico. Ho provato al poligono entrambi i nuovi allestimenti.

La base su cui si sviluppa l’offerta è la più iconica del mondo lever action, basata sull’architettura della carabina modello 1886 di Winchester. L’azienda americana – ispirandosi alla carabina Henry del 1860 – aveva già sviluppato i modelli 1866 (conosciuto come The yellow boy) e 1873 (The gun that won the West) che sono ancora icone a ben più di un secolo dalla loro presentazione. La successiva collaborazione con John Moses Browning portò con il modello 1866 una serie di modifiche tali da rinforzare il cinematismo e consentire la cameratura delle più potenti cartucce metalliche all’epoca disponibili: .45-70 Government, .45-90 Sharps e .50-110 Wcf.

Arma baciata dal successo, subirà successivi aggiornamenti fino al lancio, nel 1935, del modello 71. Quest’ultimo modello si fregerà del nome di The universal big-game rifle in quanto intendeva razionalizzare il catalogo del produttore, specie per quanto riguardava l’offerta dei calibri disponibili. Trattandosi dell’ultima e più evoluta interpretazione dell’archetipo dell’arma a leva, Pedersoli ha rivolto a essa la sua attenzione nel momento in cui ha optato per l’introduzione di questa azione nel suo catalogo.

Si comincia dalla Shadow

I cinque allestimenti che popolano il catalogo sono sostanzialmente identici per quanto riguarda gli aspetti tecnici, mentre presentano differenze sostanziali per quanto riguarda la dotazione e le finiture. Ed è da queste che parto per descriverli.

Punto d’accesso della gamma è, come ho anticipato, l’allestimento Shadow. Presenta un calcio in tecnopolimero d’impostazione tradizionale che ricalca il disegno del modello 1886 così da accompagnare lo sviluppo della leva di caricamento, sovradimensionata. Porta la diottra Ghost di produzione Pedersoli contraddistinta da un’ampia apertura che facilita l’acquisizione del mirino e, con esso, del bersaglio. È un sistema che vuole in qualche modo ricalcare l’impostazione dei moderni punti rossi eptoelettronici.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New Shadow

Manca la slitta Picatinny, tradizionalmente presente sulle Boarbuster, ed è presente la predisposizione per il montaggio di una slitta Picatinny disassata di 40 millimetri dall’asse verticale della canna; questa soluzione consente l’impiego di uno strumento ottico di puntamento alla corretta distanza di montaggio. Ricordo infatti che l’azione 1886 ha l’espulsione del bossolo verso l’alto e quindi non permette un montaggio standard dell’ottica. Per facilitare l’acquisizione dello strumento di puntamento è possibile spostare verso sinistra anche il nasello, che quindi possiede un secondo grado di libertà. Non manca la canna filettata.

L’evolution…

Seconda novità per la stagione venatoria 21/22 è l’allestimento Evolution che, come lascia intendere il nome, costituisce il top di gamma. Rispetto alla versione d’accesso monta la slitta Picatinny che già conosco per averla vista sulla Mark II provata l’anno scorso. Risulta piuttosto lunga (190 millimetri) e all’estremità anteriore presenta una tacca approssimativamente regolabile: sbloccando le due viti che la assicurano al suo supporto la si può far scorrere longitudinalmente lungo un piano inclinato, per modificare l’alzo, o lateralmente sfruttando i riferimenti in vernice bianca sulla sua base; ovviamente può ospitare un’ottica, che però viene a trovarsi in una posizione molto avanzata rispetto all’occhio del tiratore e quindi consente solo il montaggio di un punto rosso.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New
Pedersoli 86/71 Boarbuster New Evolution

Sono comunque presenti le predisposizioni per il montaggio della slitta laterale e della diottra presente sulla Shadow. La leva, in due pezzi, consente la sostituzione dell’anello con quello di dimensione maggiorata. Caratteristica di quest’arma è la calciatura, in legno e ricoperta dal rivestimento Silicon grip che ha la funzione di proteggere l’essenza e di esaltare il grip in condizioni critiche; la verniciatura, a base siliconica, dà il meglio di sé quando bagnata e ha permesso l’abbandono degli zigrini. Le parti metalliche sono finite in Cerakote.

… e le altre

La finitura Silicon grip è presente anche sulle altre tre versioni della gamma Boarbuster, a cominciare dall’allestimento Guidemaster che presenta calcio camouflage. Rispetto alla versione precedentemente a catalogo, la caracassa, la canna e i particolari sono cromati e non più realizzati in acciaio inox. Una soluzione che ha permesso di abbattere i costi di produzione mantenendo alta la resistenza alla corrosione. Monta una leva sovradimensionata.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New
Pedersoli 86/71 Boarbuster New Guidemaster

Un’operazione di restyling ha interessato anche l’allestimento Mark II, che ha costituito la cerniera tra la prima e la seconda versione della Boarbuster; applicato sulla calciatura in legno, il trattamento Silicon Grip dimostra la propria flessibilità d’impiego. In questo caso la finitura è in Cerakote, il trattamento microceramico che garantisce ottima resistenza a usura e sfregamento.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New
Pedersoli 86/71 Boarbuster New Mark II

Per concludere la disamina, la sigla HV1 (High vision 1) identifica il nuovo modello ad alta visibilità della gamma. Rispetto alla precedente versione Camo, che sostituisce, presenta le parti metalliche sabbiate e non più lucide. Tutte e tre i nuovi allestimenti condividono la volata filettata e la predisposizione per il montaggio della slitta disassata e la diottra.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New
Pedersoli 86/71 Boarbuster New HV-1 Camo

Componenti meccaniche

Quanto agli aspetti tecnici non posso che ribadire quanto osservato nell’analisi della precedente versione Boarbuster Mark II. La bascula è ricavata da un massello d’acciaio, lavorato con moderni centri a controllo numerico per asportazione di materiale. Il meccanismo di funzionamento è d’impostazione tradizionale e prevede una leva incernierata anteriormente che, in fase di apertura, sblocca le due chiusure verticali permettendo all’otturatore di arretrare.

La canna Pmg da 19 pollici (483 millimetri) presenta 6 principi ed è realizzata per brocciatura, una tecnica che provvede la rimozione del materiale mediante un utensile detto broccia (o spina). Attualmente il .45-70 Gvt è l’unico calibro a catalogo. L’autonomia dell’arma è di cinque colpi, contenuti nel serbatoio tubolare che si sviluppa sotto alla canna. In Italia è fornito un riduttore. Il mirino è fisso ma sostituibile. Mirino e tacca – nelle versioni in cui è presente la slitta prodotta da Contessa – sono dotati di inserti in Super Luminova, un pigmento luminescente a base di stronzio ampiamente utilizzato nell’industria; viene attivato dall’esposizione alla luce e brilla autonomamente per ore. Il cane dispone della mezza monta di sicurezza e il sistema è impreziosito da una sicura a cursore posta sulla coda della carcassa.

Conclusioni

Le nuove carabine Boarbuster portano nella gamma di Pedersoli una ventata di freschezza. Si pongono ai vertici dell’offerta nel segmento delle armi a leva di ispirazione Winchester con soluzioni meccaniche e funzionali moderne ed efficaci. Ho provato gli allestimenti Shadow ed Evolution, in poligono, ottenendo risultati ragguardevoli in termini di precisione e concentrazione della rosata. Il rinculo è moderato, attutito dal calciolo in gomma Microcell. Contribuisce anche la finitura della calciatura – già conosciuta e apprezzata dai tiratori di pedana. La Boarbuster, in particolare con questi aggiornamenti che le conferiscono una maggior aderenza alle necessità del cacciatore e un prezzo più contenuto che in passato, rappresenta un’ottima soluzione per il cacciatore in braccata così come per il canaio.

Pedersoli 86/71 Boarbuster New

Caratteristiche stilistiche e funzionali innovative vanno a esaltare la più moderna interpretazione della carabina a leva Pedersoli 86/71 Boarbuster New.
Rosata ottenuta a 50 metri con munizionamento Hornady LeverEvolution con palla FTX da 325 grani

Il test completo è pubblicato su Caccia magazine di novembre 2021, in edicola dal 20 ottobre.

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