Nuova politica agricola europea: la posizione dei cacciatori

nuova politica agricola europea: cacciatore con zaino e fucile in spalla in paesaggio nordico
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Face, la confederazione internazionale che rappresenta 7 milioni di cacciatori, suggerisce alcuni punti dai quali non può prescindere la nuova politica agricola europea.

Semplificare le norme, stanziare risorse specifiche, destinare almeno il 7% di tutti i terreni agricoli ad aree non produttive: secondo Face, la confederazione che rappresenta 7 milioni di cacciatori, la nuova politica agricola europea non può prescindere da questi passaggi. La riunione del Consiglio agricoltura e pesca, cui partecipano i ministri dei 28 Paesi dell’Unione, è stata l’occasione per ribadirlo.

Una forte politica agricola post 2020 è lo strumento più potente che l’Unione europea ha a disposizione per tutelare la biodiversità e garantire un buono stato di salute della piccola selvaggina. È netta la posizione di Face: non bisogna aver paura di essere ambiziosi quando si parla di ambiente. Ecco perché è necessario cambiare le attuali linee guida che hanno un impatto negativo su biodiversità, specie cacciabili e non cacciabili all’interno del panorama rurale.

Face suggerisce innanzitutto di destinare almeno il 7% di tutti i terreni agricoli europei ad aree non produttive, in cui sia vietato l’uso dei fitofarmaci. Bisogna poi assegnare risorse specifiche solo a ciò che si è certi che conduca a miglioramenti ambientali e climatici. Fondamentale infine spingere per una semplificazione normativa che favorisca la salvaguardia degli habitat.