Munizioni in piombo, gli emendamenti della maggioranza

Munizioni in piombo, gli emendamenti della maggioranza
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Per circoscrivere l’estensione del regolamento europeo sulle munizioni in piombo Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato tre emendamenti alla legge di conversione del decreto Asset.

Sulla scia della circolare del governo giudicata inefficace dal Tar, così da circoscrivere il perimetro in cui s’applica il regolamento europeo che vieta d’usare le munizioni in piombo nelle zone umide: hanno un obiettivo chiaro i tre emendamenti che i gruppi parlamentari della maggioranza (De Carlo, Nocco, Sigismondi e Pogliese per Fratelli d’Italia, 11.0.29 e 11.0.30; Bizzotto, Cantalamessa, Minasi, Potenti e Germanà per la Lega, 11.0.31) hanno presentato alla legge di conversione del cosiddetto decreto Asset, allo studio congiunto delle commissioni Ambiente-Lavori pubblici e Industria-Agricoltura del Senato.

Più incisivi di quelli presentati dal Partito democratico a un altro provvedimento in discussione, la legge di delegazione europea, gli emendamenti della maggioranza intendono circoscrivere l’applicazione del divieto soltanto alle zone umide Ramsar e a quelle inserite nei Siti d’importanza comunitaria, nelle Zone di protezione speciale, nelle riserve naturali e nelle oasi di protezione. Lega e Fratelli d’Italia propongono inoltre d’imporre soltanto sanzioni amministrative (pecuniarie: da 200 a 1.000 euro), e non penali, e di stabilire che non sia punibile chi dimostra che sta trasportando le munizioni in piombo per svolgere attività di tiro sportivo all’interno dei poligoni, ove il divieto non s’applica.

I prossimi passaggi

Il provvedimento è atteso in aula tra il 26 e il 28 settembre; si scoprirà allora se si tratta solo d’iniziative personali d’alcuni senatori (improbabile) o se dietro c’è un preciso disegno politico della maggioranza ed eventualmente del governo.

Solo una volta che l’iter si sarà completato (dopo il Senato dovrà esprimersi anche la Camera; i sessanta giorni per la conversione del decreto scadono il 9 ottobre) si capirà quale sarà la reazione della Commissione europea che già sulla circolare Lollobrigida-Pichetto Fratin (e sui calendari venatori, il contrasto al bracconaggio e il recupero delle carcasse con l’elicottero) aveva chiesto chiarimenti, ipotizzando l’apertura d’una procedura d’infrazione.

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