Lollobrigida: l’autunno per la riforma della legge sulla caccia

Lollobrigida in autunno la riforma della legge sulla caccia - Francesco Lollobrigida e Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia
Il ministro Lollobrigida con Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia (foto Federcaccia)

Intervenuto alla Camera nel corso delle celebrazioni per il centoventicinquesimo anniversario della Federcaccia, il ministro Lollobrigida annuncia che ci vorrà quantomeno l’autunno perché il parlamento approvi la riforma della legge sulla caccia promossa dalla maggioranza di centrodestra.

È una conferma di quanto, senza che fossero necessarie particolari doti divinatorie, si era intuito già da settimane, quantomeno dalla decisione di trasformare l’esame in commissione da redigente a referente: ci vorrà l’autunno – quantomeno l’autunno – perché il parlamento possa approvare la riforma della legge sulla caccia.

Lo ha detto Francesco Lollobrigida, il ministro dell’Agricoltura (l’aveva annunciata a Caccia Village, poi ne ha lasciato la titolarità ai capigruppo di maggioranza: dunque negli anni se ne parlerà come della riforma Malan, che ha firmato il testo per primo in rappresentanza del partito più grande, Fratelli d’Italia), nel corso delle celebrazioni per i centoventicinque anni della Federcaccia nella Sala della Regina di palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati.

Delle dichiarazioni di Lollobrigida c’è un altro passaggio che è vietato sottovalutare: per l’approvazione della riforma l’autunno sarà la stagione buona a meno di «un insensato ostruzionismo dell’opposizione».

Passo dopo passo

È ancora fresco il ricordo della battaglia condotta dal Movimento 5 Stelle contro il ddl Bruzzone, ormai deragliato; e, nonostante la rappresentanza parlamentare ridotta (dieci deputati, tre senatori: loro la proposta di abolire l’articolo 842 del codice civile, che ai cacciatori consente di accedere ai fondi privati), l’Alleanza Verdi-Sinistra ha fatto capire che farà di tutto per ritardare il più possibile il voto finale.

Resta da capire che cosa farà il Partito democratico, spaccato tra due anime diverse (contrapposte?) tra le quali nonostante gli inviti Elly Schlein non ha ancora neppure provato a mediare.

C’è un modo solo per capire come la riforma si svilupperà: seguire ogni singolo passaggio; per il prossimo c’è da attendere lunedì 4 agosto, la data cui l’ottava e la nona commissione del Senato hanno fissato la scadenza per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno.

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