L’Italcaccia chiede alla maggioranza di accelerare con la riforma della legge sulla caccia.
Sulla 157/92, è il bello del pluralismo, ha una posizione opposta all’Arcicaccia: l’Italcaccia ritiene che negli ultimi trentatré anni il mondo venatorio abbia assistito «a tagli, divieti, limitazioni e distruzione delle tradizioni»; pertanto, scrive il consigliere nazionale Gianni Garbujo in una nota pubblicata sul sito ufficiale, è necessario che la riforma della legge sulla caccia proceda spedita: perché la gestione della fauna sia «sostenibile e incisiva» è necessaria «una svolta normativa drastica», che «riporti indietro nel tempo».
Per l’Italcaccia «chi si ostina a difendere la 157/92 è complice della drammatica situazione in cui si trova il mondo venatorio italiano»: questa legge «ha ridotto le specie cacciabili, ci ha fatto pagare sempre di più per cacciare sempre meno, ci ha rinchiuso in recinti a pagamento chiamati Atc e Comprensori alpini», ha dato vita «alla caccia dei piccoli feudi e dei diritti calpestati».
In campagna elettorale il centrodestra, si chiude la nota, «ha fatto delle promesse ben precise»; ora «gli tocca mantenerle»: l’Italcaccia, «stanca dei rinvii e delle scuse di chi si nasconde dietro pressioni inesistenti», pretende «i fatti».
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