Influenza aviaria in Lombardia, il ruolo dei cacciatori

Influenza aviaria in Lombardia: germano reale
© Colin Seddon / shutterstock

La Federcaccia segnala il ruolo ricoperto dai cacciatori nel rilevare i primi casi d’influenza aviaria in Lombardia e circoscrivere i focolai.

I primi casi d’influenza aviaria in Lombardia sono stati rilevati grazie all’intervento dei cacciatori che hanno partecipato al programma di monitoraggio organizzato dalla Regione; lo segnala Lorenzo Bertacchi, presidente della Federcaccia regionale, in una nota firmata insieme ad Alberto Bocchi dell’Acma.

«Grazie alla sorveglianza attiva dei cacciatori» notano Bertacchi e Bocchi «si potrà ridurre l’insorgere di focolai negli allevamenti; e i cittadini lombardi risparmieranno centinaia di migliaia di euro». Una volta ancora il mondo venatorio si dimostra irrinunciabile sentinella del territorio, caposaldo nella prevenzione delle emergenze sanitarie; si è infatti localizzato il virus prima che raggiungesse gli allevamenti della zona.

Oltre a quelle che riguardano più strettamente gli allevamenti, tra le misure adottate dalla Regione si segnala il divieto d’utilizzare i richiami vivi anseriformi e caradriformi nella caccia da appostamento temporaneo; la loro movimentazione può infatti rappresentare un fattore di rischio. Ma la Regione «non sospende l’uso dei richiami negli appostamenti fissi: tese e sguàass potranno continuare a usarli».

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