Hornady American Whitetail 150 e 180 grani, il confronto

Hornady American Whitetail

Hornady American Whitetail è la gamma più tradizionale che il produttore americano dedica ai cervidi. In due allestimenti differenti: la palla è la medesima InterLock ma con masse differenti in grado di meglio adattarsi alla differente massa del selvatico

Tra le aziende più rinomate nel settore del munizionamento, Hornady presenta una gamma di caricamenti e calibri che è seconda a poche altre realtà. La contraddistinguono costanza produttiva e qualità molto elevate cui corrispondono prezzi d’acquisto mediamente contenuti. La sua offerta spazia tra caricamenti molto moderni e proposte tradizionali cui appartengono le cartucce provate in questa occasione. Ai primi appartengono quelli che sfruttano le palle monolitiche Gmx e la nuovissima Cx, appena presentata allo Shot Show.

Per il codabianca ma non solo

American Whitetail è l’offerta che il produttore del Nebraska ha pensato specificamente per la caccia del cervo codabianca (Odocoileus virginianus) e, per estensione, di tutti i cervidi di dimensioni similari quali il daino. L’assortimento di calibri presentati all’interno della gamma, però, ne rende compatibile l’impiego su tutti i cervidi europei; viene infatti proposta in calibri che spaziano tra il .243 Winchester e il .450 Bushmaster, senza trascurare i .300 Winchester, Magnum e Short Magnum. Nel .30-06 Springfield utilizzato in questa occasione si presenta con due opzioni di palla, segnatamente da 150 e 180 grani, InterLock in entrambi i casi. Una specifica versione per l’esportazione – denominata Custom International – monta palle da 180 e 220 grani, una scelta che viene incontro alle esigenze di chi necessiti di un maggior potere lesivo e insidi selvatici possenti o adrenalinici. Difficile non pensare al cervo al bramito, dove cacciabile.

Hornady American Whitetail

Cuore di questo caricamento è la palla InterLock, d’impostazione tradizionale, lanciata nel 1977 e da allora costantemente a catalogo. Nonostante alcune migliorie che nel tempo ne hanno esaltato l’efficacia, la InterLock si basa ancora sul disegno originale che prevede un nucleo in piombo e una camiciatura in rame. Quanto al profilo, si avvale di un disegno secante balisticamente molto efficiente pur mantenendo una superficie di appoggio ottimale con bossolo e rigatura; il tutto si traduce in una minore resistenza aerodinamica, una maggiore stabilità, traiettorie più tese e una precisione sorprendente.

Obiettivo: ritenzione della massa

Alla stabilità del legame tra nucleo e mantello concorrono l’anello InterLock, ricavato nella parte posteriore della camiciatura, e una scanalatura che, invece, è visibile anche esternamente all’altezza del terzo posteriore del corpo del proiettile. Quest’ultima si rivela utile anche in fase di crimpatura. Questa struttura, che non possiamo definire propriamente bonded ma provvede a creare un legame stretto tra le due componenti del proiettile, fa sì che l’espansione sia cospicua pur in presenza di una discreta ritenzione di massa, che il produttore assicura mai inferiore al 70%.

L’architettura esterna è di tipo soft point, con l’apice in piombo esposto così da favorire il fenomeno espansivo, esaltato a sua volta da ulteriori scanalature ricavate sulla superficie interna del mantello e dallo spessore variabile di quest’ultimo. Il produttore assicura un funzionamento ottimale fino a una velocità minima di 600 m/s che, con i due caricamenti provati, supera tranquillamente i 300 metri.

La palla InterLock è disponibile anche in altre linee di caricamenti. Prevede quattro profili dell’ogiva: spire point, come quello adottato in questo caso, flat point, round nose e spire point – recoil proof; sviluppato per calibri possenti, questo disegno previene la deformazione dell’ogiva sotto la spinta dei gas. E’ attualmente disponibile in 9,3×62, .376 steyr, .375 HH Magnum e .375 Ruger.

Qualità / prezzo: rapporto imbattibile

Hornady American WhitetailOggetto di questo test è stata la valutazione delle differenze prestazionali tra i due caricamenti Hornady American Whitetail sparando con una medesima carabina, la Merkel Helix che ormai da qualche anno utilizzo come standard di riferimento nei test di munizioni. Per quanto riguarda la rosata, la Helix ha dimostrato di prediligere – e di gran lunga – la palla più pesante, che ha fornito gruppi al di sotto del mezzo Moa; la più leggera si è comunque mantenuta nel Moa, il limite superiore di accettabilità per una carabina da caccia.

I valori velocitari sono risultati aderenti a quanto dichiarato dal produttore, garantendo quindi i livelli energetici previsti. E, questo, nonostante la canna della Helix misuri 560 mm mentre i dati riportati sulla confezione fanno riferimento alla metodologia di rilevamento Cip/Saami con canne da 600 mm. Sono risultati molto contenuti i valori della deviazione standard, a conferma di caricamenti accurati e molto ben eseguiti dai macchinari inevitabilmente industriali di Hornady.

La differenza della massa tra i due proiettili è ottenuta mediante un allungamento dello stesso che, tra i 150 e i 180 grani si quantifica in 3,9 millimetri. Molto differente è la dose di polvere, calcolata utilizzando propellenti tra loro differenti.
L’offerta American Whitetail è molto interessante: risulta infatti una delle più economiche disponibili sul mercato così da rendere il rapporto qualità/prezzo per questa cartuccia tra i più favorevoli in assoluto. Non sarà forse tra le più innovative ma garantisce precisione, espansione poderosa, ottimo trasferimento di energia, penetrazione profonda e rinculo moderato.

Hornady American Whitetail

La gamma Hornady American Whitetail è distribuita da Bignami.

Il test completo è pubblicato su Caccia Magazine di marzo 2022. Sul mensile Caccia Magazine e sul relativo portale trovi tutte le informazioni su armi, munizioniottiche attrezzature per la caccia.