Cz 557 Lux II: il nostro test

CZ_557_Lux_II

Un mezzo ritorno al passato segue un lancio deciso nel futuro. La CZ 557 Lux II ripropone standard che si riteneva fossero superati ma ancora vantano un’ampia platea di cultori.

L’evoluzione tecnologica a volte produce degli effetti che vanno oltre i desideri di chi ha speso tempo ed energie per finanziarla. È il caso, per esempio, della serie 557 di Cz, l’arma che ha formalmente portato nel terzo millennio le bolt action prodotte in Cechia. Presentata nell’autunno 2012 come evoluzione del sistema Mauser, ha introdotto una serie di innovazioni che sono state ben accolte dal mercato.

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Due passi avanti…

Su questo progetto aveva iniziato a lavorare già nel 2007 Vít Sedlák, uno dei più giovani progettisti di Cz. Inizialmente doveva trattarsi di una versione aggiornata del modello 550, ideato nella prima metà degli anni Novanta come evoluzione del precedente ZKK 600 e in sostituzione del modello 537. Doveva essere lavorabile mediante i centri a controllo numerico di ultima generazione appena acquistati dall’azienda.

Ma le modiche proposte da Sedlák furono così tante da dare vita a un vero e proprio nuovo modello nonostante che il produttore stesse già lavorando al lancio di un nuovo prodotto (Cz 700) con un otturatore di ispirazione Weatherby. Alla fine la fiducia nel caro vecchio sistema Mauser ebbe il sopravvento e la 557 è diventata la carabina Cz di ultima generazione, con numerosi componenti ridisegnati per la lavorazione da parte dei nuovi macchinari e facilitare il contenimento dei costi industriali di produzione.

Il risultato di questo parto è un’arma dall’apparenza classica con un otturatore che prende il meglio dai sistemi Mauser e Remington 700. Rispetto al primo, in particolare, manca l’unghia dell’estrattore lunga, qui sostituita da un dispositivo di dimensioni molto più contenute accoppiato a un espulsore a bottone. Due, in totale, sono le alette di chiusura – piuttosto arretrate – che permettono di aprire l’otturatore con un movimento di 90° della manetta d’armamento. Un indicatore di percussore armato protrude dal cappuccio posteriore.

La sicurezza è affidata a una sicura a due posizioni che blocca il sistema di scatto. In posizione di sicura è comunque possibile aprire l’otturatore e provvedere a cameratura ed estrazione della cartuccia. Lo scatto, diretto, è regolabile secondo tre parametri: peso di sgancio, lunghezza della corsa e collasso di retroscatto. Dalla sua apparizione, il modello 557 è stato declinato in numerosissime varianti che differiscono per calibri, allestimenti, calciature.

… e un passo indietro

Non tutti sono però rimasti soddisfatti da questa evoluzione e la forte richiesta da parte degli estimatori dei precedenti modelli ha indotto l’azienda a tornare sui propri passi e, pur rispettando il disegno complessivo dell’arma e l’architettura imposta dai nuovi processi produttivi, ha reintrodotto alcune caratteristiche che la serie 557 aveva spazzato via. Anzitutto una sicura che, quando attivata, blocca l’otturatore oltre al sistema di scatto; caratteristica che enfatizza la sicurezza quando si porti l’arma in condizioni ambientali particolari quali potrebbero essere quelle della caccia in ambiente fittamente boschivo.

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Il secondo elemento modificato che sancisce un ritorno ai fasti del passato è lo scatto; sempre regolabile nei parametri fondamentali, dispone di uno stecher alla francese (si attiva spingendo il grilletto in avanti) anch’esso regolabile per quanto attiene alla pressione di sgancio. Terza e ultima differenza è la presenza di una canna da 610 mm contro i 520 mm della versione standard che, per i calibri impiegati, si dimostra più adatta a favorire la perfetta combustione del propellente e a ridurre la vampa; un vantaggio intrinseco è l’incremento della precisione teorica e quindi l’estensione della portata utile dell’arma.

Il ritorno di queste caratteristiche può legittimamente essere identificato con la comparsa nel 2018 della seconda versione del modello 557, che abbiamo provato in allestimento 557 Lux II.

Tra Lux e Lux II

Le caratteristiche esteriori dell’arma sono le medesime del modello Lux e si fanno forza di un bel calcio in stile bavarese finito a olio (e non più verniciato come sui modelli passati); la Lop è pari a 370 mm e differisce di 10 mm dalle versioni in polimero (Varmint ed Eclipse).

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Rispetto alla produzione precedente i maggiori risparmi sono stati ottenuti ridisegnando l’azione e sfruttando un nuovo acciaio che non richiede particolari processi di tempra così da ridurre le tensioni interne (offrendo quindi un beneficio in termini di precisione) e facilitare le lavorazioni meccaniche (beneficio sul lato dei costi). Alla fine, il componente risulta essere più resistente di quelli che abbiano subito ulteriori trattamenti termici.

Al centro del progetto si trova la modernizzata azione tipo Mauser con un estrattore corto ed espulsore a molla. La precisione di tutte le carabine Cz è garantita dalle canne forgiate e rotomartellate a freddo, realizzate internamente con tolleranze minime. La scelta dei calibri è caduta sui più popolari in Europa, continente cui la seconda generazione di 557 strizza espressamente l’occhio, e spazia tra .308 Winchester, 7×64, 8×57 Is e il .30-06 Springfield portato in poligono in questa occasione. L’autonomia è dipendente dal calibro e dal tipo di caricatore adottato, disponibile in versione fissa ed estraibile.

Particolare interessante, il peso tra l’allestimento Lux e il Lux II differisce di soli 100 grammi nonostante la canna abbia uno sviluppo che differisce di 100 millimetri. Per quanto riguarda le mire, alla volata si segnala un mirino a lama con inserto in fibra ottica rossa, protetto da un tunnel in lamierino; mediante un registro si può variare in altezza il punto d’impatto. La tacca di mira, reversibile, è regolabile in deriva e presenta due punti bianchi per velocizzare l’allineamento con l’organo frontale. Il montaggio dell’ottica è reso possibile da due slitte ricavate a cavallo della finestra di espulsione.

L’allestimento in .308 Winchester promette un’azione ridimensionata e adattata al calibro cosa che, nell’allestimento Lux, è invece sviluppata nella versione SA (short action).

Il test

Ho provato in passato il modello 557 in un allestimento Stutzen oggi non più a catalogo. Al di là delle peculiarità di quella versione, ho comunque riscontrato una certa familiarità con la seconda serie dell’arma. Certamente lo stecher si fa apprezzare (se si ama il genere) e il fatto che consenta la regolazione del peso di sgancio è certamente una caratteristica saliente. Al di là delle funzionalità peculiari della meccanica, non ho trovato particolari benefici dall’allungamento della lunghezza della canna; la rosata della CZ 557 Lux II è nel campo del Moa ed è sicuramente migliorabile ricercando la miglior combinazione possibile con il munizionamento commerciale o la ricarica. Il disegno pulito della meccanica e del calcio fanno della carabina 557, anche in allestimento Lux II, un classico senza tempo.

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La scheda tecnica della carabina CZ 557 Lux II

Produttore: Česká Zbrojovka
Modello: 557 Lux II
Tipo: carabina bolt action
Calibro: .30-06 Springfield
Lunghezza canna: 610 mm
Lunghezza totale: 1.160 mm
Organi di mira: tacca e mirino regolabili
Caricatore: serbatoio interno da 5 colpi
Sicure: manuale a 2 posizioni
Materiali: acciaio
Finiture: legni a olio, brunitura
Peso: 3.400 g
Prezzo: 1.249 euro
Sito produttore
Distributore: Bignami

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