Cosa prevedono gli altri due ddl di riforma della legge sulla caccia?

Cosa prevedono gli altri due ddl di riforma della legge sulla caccia? - oca selvatica (Anser anser, greylag goose)
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Discutendo della riforma della legge sulla caccia, insieme al ddl presentato dai vertici dei gruppi parlamentati di maggioranza le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato ne esamineranno altri due.

Per struttura e peso specifico (l’ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, che ne ha esposto i contenuti durante una riunione del governo; e l’hanno firmato i vertici dei gruppi parlamentari di maggioranza) la base della riforma della legge sulla caccia sarà il ddl 1552, quello di cui si sta discutendo da quasi un mese; ma nel corso dell’esame, in sede referente e non più redigente (dunque sarà ampia la discussione in assemblea), le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato ci aggiungeranno anche altre due proposte, depositate nella prima parte della legislatura dalla Regione Friuli Venezia Giulia (596) e dalla senatrice Anna Maria Fallucchi, di Fratelli d’Italia (1302).

Due ddl non recenti

Il primo ddl intende modificare la disciplina del controllo faunistico attribuendo un ruolo prioritario ai cacciatori iscritti agli Atc e ai comprensori alpini, nei quali si vuole farli operare sotto il coordinamento delle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni pubbliche, che «possono avvalersi anche dei proprietari o dei conduttori dei fondi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio, delle guardie forestali [e comunali], degli operatori faunistici».

Il nucleo del secondo ddl è invece l’introduzione dell’oca selvatica e del piccione tra le specie cacciabili dal 21 settembre al 31 gennaio, in aggiunta all’estensione, da quattro a cinque mesi, della durata della stagione di caccia collettiva al cinghiale.

È verosimile che sia superato il passaggio sui calendari venatori, per mettere in sicurezza i quali Fallucchi aveva proposto di farli inserire in leggi regionali, e non in delibere di giunta, dalla validità biennale: l’ultima legge di bilancio, la terza del governo Meloni, ha infatti ridotto a trenta giorni il termine per il ricorso al Tar, e disposto che in caso di sospensione cautelare torni in vigore il calendario della stagione precedente, o comunque l’ultimo valido.

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