Comitato faunistico-venatorio nazionale, rinviato esame decreto

Comitato faunistico-venatorio nazionale: cinghiale nel bosco
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La Federcaccia fa sapere che la Conferenza Stato-Regioni ha rinviato l’esame del decreto che istituisce di nuovo il comitato faunistico-venatorio nazionale.

La discussione s’è concentrata sulle politiche migratorie, e dunque la Conferenza Stato-Regioni ha rinviato l’esame del decreto che ricostituisce il comitato faunistico-venatorio nazionale e pianifica la gestione faunistica per i prossimi cinque anni. In assenza, o in attesa, d’un comunicato ufficiale lo si apprende da fonti della Federcaccia.

In una nota Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, esprime la propria insoddisfazione per la scelta, che si augura sia «dovuta alla volontà d’approfondire gli aspetti tecnici delle due questioni» e non a un tentativo di prendere tempo dopo le polemiche sollevate dalle associazioni animaliste negli ultimi giorni; la Federcaccia sollecita quindi le Regioni a un esame rapido, così che il decreto possa diventare esecutivo quanto prima.

Buconi risponde infine al Wwf che un paio di giorni fa ha definito Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, come «ministro della caccia, con un evidente intento dispregiativo»: la figura d’un politico «pragmatico e non ideologicamente schierato», a differenza di alcuni suoi predecessori «che ostentavano spille e medagliette delle associazioni [animaliste e ambientaliste]» e a causa dei quali rispetto alle altre nazioni europee l’Italia è in ritardo «per politiche gestionali, energetiche e di tutela e valorizzazione delle risorse naturali», può essere «solo positiva», a prescindere «dal suo colore politico».

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