Censimento predazioni da lupo: l’impatto sui cani

Censimento predazioni da lupo l'impatto sui cani
© Gianluca Damiani / shutterstock

Il Coordinamento nazionale cacciatrici di Federcaccia ha condotto un censimento per capire, numeri alla mano, quante sono le predazioni di cani da parte del lupo sul nostro territorio.

Predazioni da lupo sui cani: soltanto con i numeri in mano si può capire quale sia l’impatto del fenomeno. Per questo il Coordinamento nazionale cacciatrici Federcaccia ha deciso d’avviare un censimento dei cani predati dal lupo.

Lo scorso febbraio, in occasione della fiera di settore Eos a Verona, è stato presentato un primo quadro della situazione grazie ai dati raccolti (allora risultavano circa 300 casi accertati). A distanza di mesi, abbiamo chiesto a Isabella Villa, presidentessa del Coordinamento, di fare il punto sullo stato dell’arte del censimento che ha coinvolto cacciatori e cacciatrici, e non solo, di tutta Italia. Di seguito le sue risposte alle nostre domande.

Quando ha preso il via il progetto?

L’idea di un censimento sulle predazioni dei lupi nei confronti dei cani da caccia è nata lo scorso novembre, dopo che sui social abbiamo notato un sempre maggior numero di post che denunciavano gli attacchi, soprattutto nelle zone e di Parma e Piacenza. I racconti e le immagini erano raccapriccianti.

Così, di concerto con il presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi, che ha sostenuto fin da subito l’iniziativa, abbiamo coinvolto nel progetto l’Ufficio studi e ricerche faunistiche e agro-ambientali di Federcaccia nella persona del suo responsabile Michele Sorrenti, la zoologa nonché consulente dello stesso ufficio Giorgia Romeo, e Paolo Pini, presidente di Federcaccia Emilia Romagna, regione particolarmente colpita dalle predazioni.

Come primo step è stato studiato e messo a punto un questionario semplice da compilare, ma redatto, grazie alla collaborazione e alla consulenza dell’Ufficio studi e ricerche faunistiche della nostra associazione, secondo parametri utili per valutare realisticamente il fenomeno. Il nostro obiettivo, infatti, era quello di dare un valore scientifico alla ricerca da presentare poi alle autorità politiche competenti.

Una cosa che voglio subito sottolineare: noi non chiediamo l’abbattimento del lupo, ma la sua gestione e questo è compito della politica; e invitiamo a non dimenticare il fallimento del piano di conservazione e gestione del lupo (gennaio 2017) elaborato dal ministero dell’Ambiente.

Quali sono le informazioni che richiedete a chi vi fa le segnalazioni?

Le principali informazioni che richiediamo attraverso la compilazione del questionario, oltre ai dati anagrafici della persona che segnala l’evento, sono sostanzialmente i dati del cane (nome, sesso, età, numero microchip, razza, eventuale numero iscrizione Enci), attività che stava svolgendo nel momento in cui è stato attaccato, lesioni riportate, luogo (e contesto), data e fascia oraria in cui è avvenuta la predazione e condizioni climatiche al momento dell’avvenimento.

E ancora, qualora si sia assistito all’episodio, chiediamo, tra le altre cose, di indicare se si è trattato di un attacco di un singolo lupo o di un branco, se il lupo o i lupi sono poi scappati o se invece hanno indugiato ad allontanarsi, se sono stati attaccati anche altri animali e gli eventuali danni stimati. I dati raccolti vengono poi elaborati automaticamente dal programma realizzato ad hoc da Federcaccia.

In che modo è possibile fornirvi le informazioni richieste?

Le segnalazioni possono essere fatte direttamente on line attraverso la compilazione del questionario sul sito federcaccia.org/una-scheda-per-segnalare-le-predazioni o contattandoci all’indirizzo email coordinamento.cacciatricifidc@gmail.com.

Tra l’altro, abbiamo ottenuto la collaborazione del comandante dei carabinieri forestali di Parma e Piacenza, colonnello Pier Luigi Fedele, che ha invitato tutto il personale delle stazioni delle sue zone a presentare il nostro questionario a chi faccia denuncia di predazioni da lupo.

Sul totale delle segnalazioni pervenutevi, quante sono state ritenute valide per il censimento?

Le segnalazioni pervenute, viste le dettagliate informazioni richieste, sono state ritenute tutte attendibili. Il problema è che troppo spesso i proprietari sono restii a denunciare tali eventi per svariati motivi, non ultimo la mancanza del microchip nel cane. Per questo le schede di segnalazione che ci sono state inviate sono molte meno rispetto alle predazioni di cui abbiamo notizia.

Da quali regioni sono arrivate le segnalazioni?

La maggior parte delle segnalazioni è arrivata dall’Emilia Romagna, in particolare dalle province di Parma e Piacenza, ma numerose denunce sono giunte anche dalla Toscana (Siena e Firenze). Nella Lucchesia, inoltre, una donna è stata morsa da un lupo. Alcune segnalazioni sono pervenute poi da Piemonte, Lazio, Abruzzo e Marche. Una è arrivata dalla Liguria.

Quali razze canine sono maggiormente interessate dal fenomeno?

I più colpiti sono i segugi maremmani, la razza più diffusa a caccia, ma ormai anche cani d’affezione o da guardiania, che si trovavano nei cortili di casa, sono toccati dal fenomeno.

A chi invierete i dati raccolti?

Il nostro report sulle predazioni del lupo sui cani è già stato inviato a Greentime che si occuperà della stampa. I dati, accompagnati da una relazione tecnica, saranno consegnati al ministro Lollobrigida che è già al corrente del nostro lavoro.

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