Autoconsumo dei cinghiali abbattuti, la decisione del Veneto

Autoconsumo dei cinghiali abbattuti: cinghiale nel bosco
© Martin Prochazkacz / shutterstock

La Regione Veneto autorizza l’autoconsumo dei cinghiali abbattuti durante le operazioni di controllo.

Non c’è motivo di vietare l’autoconsumo dei cinghiali abbattuti in controllo. Gli operatori non saranno dunque tenuti a “conferire la carcassa ai macelli autorizzati e ad affrontare i relativi oneri per l’ispezione veterinaria”. Lo ha chiarito la Regione Veneto con una nota della Direzione prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria, interpellata dalle associazioni venatorie e dall’Ulss 2 Marca Trevigiana. È un modo per non penalizzare i controllori visto che non esistono motivi per non assimilare il controllo alla caccia, almeno su quest’aspetto. «La precisazione dell’autorità di sicurezza alimentare» commenta l’assessore regionale Giuseppe Pan «può finalmente agevolare, se non addirittura incentivare, il lavoro dei controllori».

Il limite per l’autoconsumo è di un cinghiale abbattuto per ogni operatore. La misura potrà essere sospesa qualora si verifichino situazioni d’emergenza. Le Ulss saranno coinvolte nella formazione dei cacciatori e dei controllori, chiamati a potenziare le proprie competenze sull’igiene delle carni e la salute degli animali. Rimane in vigore l’obbligo di analisi per la trichinella.

Si stima che in Veneto siano presenti più di 50.000 cinghiali. La caccia è consentita solo in Lessinia e sul Baldo, in provincia di Verona, dove ce ne sono circa 9.000. «Sono i numeri stessi a rendere evidente l’opportunità di valorizzare i cinghiali abbattuti con adeguate iniziative di commercializzazione e di agevolare l’autoconsumo senza passare obbligatoriamente per i macelli» conclude Pan.

Nei fatti la decisione anticipa le linee guida del ministero della Salute, svelate per la prima volta al convegno di Lodi di cui demmo conto nel primo storico numero di Caccia Magazine. La discussione è evidentemente passata in secondo piano nel momento in cui gli uffici ministeriali sono stati sommersi dall’emergenza sanitaria.

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