AUblades, coltelli custom per la caccia e l’avventura

AUblades, coltelli custom per la caccia e l’avventura
Hunter: lama full tang in K720, manico in radica di ginepro, perni in acciaio; coltello da caccia

Il progetto AUblades ha come padre un giovane coltellinaio, Alessandro Ugo, appassionato di lame nordiche e della forgiatura del damasco.

Approfondiamo la conoscenza del coltellinaio Alessandro Ugo, mostrandovi alcuni dei suoi lavori recenti, che mostrano una forte influenza dei modelli del Nord Europa, con una produzione che spazia tra i modelli outdoor (per la caccia e il bushcraft), le rivisitazioni storiche e i chiudibili da tasca.

Alessandro, iniziamo con una breve presentazione.

AUblades Vidarr
Vidarr: lama in K720, manico in ulivo. Chiudibile a frizione con chiusura a pressione tra i due perni. Le forme sono state dettate dalla ricerca di un design particolare che richiamasse le linee di alcune lame da battaglia tipiche dell’epoca rinascimentale, pur in un piccolo coltello da tasca leggero

Mi chiamo Alessandro Ugo e sono nato nel 1987. La mia passione per le lame ha origini antiche e mi accompagna dall’infanzia. Il mio percorso di vita e di studi mi ha portato a laurearmi in architettura e a inserirmi nel mondo del lavoro come libero professionista specializzato in rendering e grafica architettonica. Contemporaneamente all’inizio della mia attività lavorativa, circa sei anni fa, ho voluto cimentarmi nella produzione di qualcosa di artigianale, seguendo il bisogno di costruire un oggetto con le mie mani. La passione per le lame è stata così rispolverata e ha potuto prendere forma, dai giochi di infanzia all’età adulta. Così è nato il mio primo coltello da utilizzare nelle mie giornate nel bosco.

Hai avuto qualche maestro che ti ha aiutato?

Il primo coltello è potuto nascere grazie all’incontro e confronto con colui che in seguito sarebbe diventato il mio maestro, Roberto Ottonello, storico appartenente alla Corporazione italiana coltellinai. È una persona eccezionale che insieme a Anna, la sua compagna, mi ha spronato a continuare la costruzione di coltelli riconoscendo una forte passione e la voglia di mettermi in gioco. Con i suoi preziosissimi consigli e l’estrema disponibilità nel condividere il suo sapere mi ha introdotto in questo mondo, spingendomi a migliorare ogni aspetto della costruzione giorno dopo giorno, rispettando però l’emergere del mio stile e del mio gusto.

La tua formazione da architetto ti ha aiutato?

AUblades AUpuukko Damascus
AUpuukko Damascus: lama in damasco san mai (C70, nichel puro, K720), manico in corno di bufalo guardia in alpacca

Grazie anche alla mia formazione in architettura ho sviluppato un progetto a partire dallo studio dell’arte dei coltelli per concepire il design delle mie linee e arrivare alla realizzazione del mio prodotto finale. Mi sono lasciato guidare da interessi personali quali la storia, l’avventura e la natura: il connubio di questi tre elementi mi ha portato a lasciarmi ispirare dallo stile nordico scandinavo.

L’essenzialità e il minimalismo sono gli elementi che maggiormente influenzano le linee dei miei coltelli. Dopo alcuni anni da hobbista e ottenuto un buon riscontro in alcune mostre, ho maturato la voglia di dare vita al progetto AUblades mettendomi in gioco a livello professionale e sviluppando la prossima produzione. La nuova linea prevede modelli outdoor e da caccia in stile nordico, alcune rivisitazioni storiche, modelli più nobili in damasco e, per finire, i nuovissimi coltelli da cucina che presto saranno pubblicati sui miei canali social e sito web.

Quali materiali preferisci utilizzare per i coltelli AUblades?

Per realizzare i coltelli AUblades prediligo l’uso dell’acciaio al carbonio e del damasco da me forgiato a mano, come ai tempi antichi. Per i manici scelgo materiali come corna, legni naturali e foderi in cuoio vacchetta. Sia per le lame sia per le impugnature, i materiali scelti si manifestano vivi durante la loro lavorazione, dando all’artigiano l’impressione di donare una seconda vita alla natura da cui provengono.

Quale fase della lavorazione preferisci e quale ti crea più difficoltà?

A mio avviso non ci sono fasi di lavorazione più o meno semplici, ma ciò che le distingue è quanto io le trovi stimolanti. Quelle che più mi appassionano sono sicuramente il design, la forgiatura (in particolare del damasco) e la finitura di ogni parte, quando finalmente si riconosce il frutto di tanto lavoro. Aggiungerei tra queste anche la costruzione del fodero, una fase molto affascinante e divertente.

Ultima domanda ma centrale per chi costruisce coltelli: quali caratteristiche deve avere un buon coltello?

Un buon coltello, a mio parere, può ritenersi tale se soddisfa tre criteri. Il primo di questi riguarda gli aspetti tecnici fondamentali come la tenuta del filo, la resistenza all’usura, la solidità e il bilanciamento. Il secondo è rappresentato dalla geometria, data dalla progettazione della lama in base all’uso per la quale è destinata. L’ultimo punto, personale e soggettivo, è l’estetica. L’insieme di questi aspetti determina la qualità di questo strumento preistorico, primo attrezzo costruito dall’uomo ed evolutosi con esso, antico nel suo spirito. In definitiva, il coltello dev’essere un’estensione del braccio, comodo, funzionale e bello.