Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf contestano l’emendamento con cui la Lega propone di modificare l’articolo 18 della legge 157/92 nel comma che definisce la durata della stagione di caccia alla migratoria.
Lo definiscono «un insulto alla scienza»: è netta la contrarietà di Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf all’emendamento con cui la Lega intende servirsi della sessione di bilancio per modificare l’articolo 18 della legge 157/92 e intervenire sulla durata della stagione di caccia alla migratoria.
Sono due le contestazioni sollevate dalle sei sigle: affidare alle Regioni il potere di identificare la decade interessata dall’inizio della migrazione prenuziale conduce semplicemente a un’autocertificazione che «getta il Paese nel caos amministrativo e legale», in spregio «a ogni logica di conservazione»; e pretendere di considerare la migrazione iniziata solo quando «un significativo contingente delle specie abbandona le aree» di svernamento costituisce una «violazione clamorosa e deliberata» della direttiva europea, che «impone di proteggere i primi gruppi d’uccelli, i riproduttori migliori e i più importanti».
In questo modo, scrivono Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf, che contestano anche gli emendamenti sull’abolizione del divieto di lucro per le aziende faunistico-venatorie, si riapre il contenzioso con l’Unione europea, dalla quale è scontato attendersi l’avvio di una procedura d’infrazione con annesso il rischio di «sanzioni pesanti».
Dunque la richiesta è secca: le forze politiche della maggioranza «che abbiano un minimo di responsabilità istituzionale» devono far pressione per il ritiro degli emendamenti; il centrosinistra deve opporsi.
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