Al via la terza edizione di Paladini del territorio

Al via la terza edizione di Paladini del territorio

A differenza delle due precedenti la terza edizione di Paladini del territorio non si svilupperà in una sola settimana.

Non più un progetto circoscritto a una sola settimana l’anno ma una piattaforma che accoglie tutte le iniziative di volontariato (pulizia del bosco e ripristino dei sentieri, ma anche attività sociali) organizzate dalle associazioni venatorie locali e nazionali, senza più alcun limite di tempo: la Fondazione Una ha deciso di declinare così la terza edizione di Paladini del territorio, l’operazione con cui il mondo venatorio contribuisce attivamente alla tutela e alla cura dell’ambiente.

Per aderire all’iniziativa (per organizzarla è stato centrale il ruolo di Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia e, tramite l’Assoarmieri, della rete delle armerie italiane) è sufficiente collegarsi alla pagina dedicata sul portale web della Fondazione Una.

In contemporanea col lancio della terza edizione di Paladini del territorio la Fondazione Una ha inoltre pubblicato una nuova versione, aggiornata, del relativo manifesto che descrive il ruolo del cacciatore nella società contemporanea.

Il manifesto dei Paladini del territorio

Il cacciatore moderno opera quotidianamente, con attenzione e competenza, per preservare l’ambiente e consegnarlo integro alle future generazioni, conscio dell’importanza di tutelare gli equilibri naturali di flora e fauna a vantaggio della comunità e del territorio.

Un manifesto in dieci punti

Il cacciatore-paladino agisce sul territorio e nella società in maniera sostenibile, responsabile e consapevole. Ecco i suoi obiettivi:

  1. salvaguardare la biodiversità e gli equilibri naturali di flora e fauna;
  2. tutelare le specie protette e lottare contro la pratica illecita del bracconaggio che non solo rappresenta un problema per la conservazione della fauna, ma danneggia anche la reputazione d’una caccia sostenibile;
  3. vigilare costantemente sullo stato di salute dell’ambiente nel suo territorio, rilevando situazioni a rischio d’incendio o la diffusione di malattie nella fauna selvatica;
  4. intervenire nei confronti della fauna problematica a tutela di equilibri faunistici, habitat, reticolo idrico, patrimonio forestale e imprese agricole, e della pubblica incolumità;
  5. essere parte attiva nella risoluzione dei problemi d’inquinamento del territorio con l’organizzazione d’iniziative aperte alla cittadinanza;
  6. supportare attivamente le comunità locali in occasione d’emergenze ambientali e sanitarie ma anche nell’ordinaria quotidianità, con una presenza concreta e tangibile sul territorio e un’attenzione specifica verso le fasce di popolazione più deboli, per garantire l’inclusione sociale;
  7. assumere il ruolo di divulgatore nei confronti delle nuove generazioni, per raccontare il mondo venatorio da una prospettiva scientifica e instaurare un dialogo fecondo;
  8. dialogare e confrontarsi in maniera aperta e scevra da pregiudizi con gli altri attori impegnati sui temi della ruralità e dell’ecologia, per trovare nuovi spazi di collaborazione a tutela dell’ambiente e della biodiversità;
  9. promuovere lo sviluppo d’una filiera della carne di selvaggina completamente tracciabile, acquisendo le competenze tecniche e operative per il corretto trattamento della carcassa e valorizzandone le caratteristiche di sostenibilità e la qualità nutrizionale;
  10. farsi orgogliosamente testimone e sempre più portavoce d’un modello di cacciatore responsabile, che si prende cura dell’ambiente, del territorio e della comunità.

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