Nel corso della discussione della legge di bilancio alcuni senatori di Fratelli d’Italia e della Lega hanno presentato due emendamenti con cui intendono abolire il divieto di lucro per le aziende faunistico-venatorie.
A prima vista, mentre si cerca di non annegare nei 5.742 emendamenti (ne andranno avanti soltanto 400 circa) con cui i gruppi parlamentari di maggioranza e d’opposizione intendono modificare l’impianto della quarta legge di bilancio del governo Meloni, se ne rileva soltanto un paio dall’attinenza stretta con la caccia e la 157/92.
Entrambi arrivano dal centrodestra (uno da Fratelli d’Italia, l’altro dalla Lega); ed entrambi riguardano l’abolizione del divieto di lucro per le aziende faunistico-venatorie, che si propone che si possano costituire in forma d’impresa agricola.
Dunque, a meno di sorprese, per una riforma incisiva della legge sulla caccia bisognerà seguire le procedure tradizionali e attendere che le commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato, che non lo esaminano ormai da due mesi, riprendano a discutere il ddl presentato dai capigruppo di maggioranza.
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