Approccio scientifico nella risoluzione sui trofei di caccia adottata dall’europarlamento

Approccio scientifico nella risoluzione sui trofei di caccia adottata dall’europarlamento - kudu in Africa
© Jonathan Pledger / shutterstock

La Face commenta positivamente la risoluzione adottata dal parlamento europeo sulla movimentazione dei trofei di caccia.

Evitando richieste di restrizioni ulteriori alla movimentazione dei trofei di caccia e riconoscendo invece i benefici che programmi ben gestiti possono apportare alla conservazione della fauna selvatica e al benessere delle comunità locali, il parlamento europeo ha evidenziato un approccio scientifico alla questione: così la Face, la federazione delle associazioni venatorie continentali, saluta la risoluzione sugli obiettivi da promuovere in vista della prossima conferenza mondiale sulla fauna selvatica (Cites Cop 20; si terrà a Samarcanda, in Uzbekistan, dal 24 novembre al 5 dicembre), volta a rafforzare le garanzie di legalità e sostenibilità del commercio.

All’approccio del parlamento europeo Laurens Hoedemaker, presidente della Face, ha rivolto «un elogio»: si tratta «di un passo importante nel riconoscimento del ruolo positivo che la caccia può svolgere».

Per la Face è importante che Commissione europea e Iucn abbiano riconosciuto che «se legale e sostenibile il commercio di trofei può offrire tanti benefici alla conservazione [della biodiversità] e all’economia locale, e sostenere gli sforzi di contrasto alle attività illegali».

La Face ricorda inoltre che in Europa sono in vigore leggi molto rigorose sul trasporto dei trofei di caccia, e che sia la Commissione von der Leyen sia pool d’esperti nazionali «stanno intensificando i controlli su alcune specie nell’ambito del piano d’azione contro il traffico illegale».

In un documento dell’Iucn si legge che «divieti o restrizioni poco mirati o generalizzati incidono sia sulle buone sia sulle cattive pratiche di caccia», e rischiano di creare problemi sia alla conservazione della biodiversità sia alla sussistenza delle comunità locali, «esacerbando così, anziché affrontare, le minacce principali legate alla perdita di habitat e al bracconaggio».

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