Neppure nella settimana compresa tra il 30 settembre e il 5 ottobre le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato inizieranno a votare gli emendamenti alla riforma della legge sulla caccia promossa dalla maggioranza.
Se ci si ferma sul piano tecnico parlare di rinvio non è corretto, non c’era una data prima buona e poi più; però è difficile trovare una formula alternativa per descrivere il calendario delle prossime sedute delle commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato, che neppure nella settimana che chiude settembre e avvia ottobre voteranno gli emendamenti alla riforma della legge sulla caccia promossa dal centrodestra.
Il calendario è chiaro: come in quella che l’ha preceduta, neppure nella settimana compresa tra il 30 settembre e il 5 ottobre (ma di solito in questa sede i lavori non iniziano prima di martedì e non finiscono dopo giovedì) le due commissioni lavoreranno mai insieme; ciascuna tratterà da sola gli argomenti di competenza.
Al momento è opportuno continuare a considerare fisiologica questa pausa: ci sta di rallentare una volta che i rappresentanti dei gruppi parlamentari hanno cessato d’illustrare gli emendamenti, ed è necessario iniziare a votarli.
Se il rinvio si prolungherà, s’apriranno due scenari: o d’improvviso sono sorti dissidi all’interno del centrodestra, meno compatto di quanto raccontano le firme dei capigruppo; o è in corso una trattativa con la parte più ragionevole dell’opposizione, per ridurre il numero degli emendamenti (a ora sono 2.084) e cercare un accordo complessivo, impossibile però da raggiungere finché è in corso la campagna elettorale per le elezioni regionali (si vota in Valle d’Aosta, in Veneto, in Toscana, nelle Marche, in Campania, in Puglia e in Calabria).
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