Maurizio Zipponi, presidente della Fondazione Una, ha scritto una lettera aperta nella quale invita la comunità dei cacciatori a muoversi consapevolmente nell’acquisto di cibo per animali, in particolare per i loro cani.
Non importa aver letto Marx (la struttura della società è la sua componente socioeconomica: il resto è sovrastruttura) per sapere che alla fine gira (quasi) tutto intorno ai soldi: basandosi su quest’assunto Maurizio Zipponi, presidente nazionale della Fondazione Una, ha scritto una lettera aperta ai cacciatori italiani per sensibilizzarli a un acquisto consapevole del cibo per i loro cani, così da non alimentare il business di chi attacca la caccia.
È esplicito il riferimento alla Fondazione Capellino, alla sua campagna anticaccia e ad Almo Nature, il marchio che controlla. «È paradossale» scrive Zipponi «che un’azienda che produce alimenti che si basano sull’utilizzo intensivo e industriale di proteine animali», tra le quali anche quelle del cinghiale, «fomenti i consumatori contro la caccia».
Per Zipponi in troppi ambienti si pensa che sia facile «aizzare l’opinione pubblica contro i cacciatori, tacciandoli di essere antagonisti di natura e animali»: in realtà «il cacciatore è un attore imprescindibile per la tutela della biodiversità».
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