Trasportare i cani in automobile: viaggiamo sereni

Trasportare i cani in automobile: cacciatori e cacciatrici con cane al guinzaglio, dopo esser scesi di macchina
© Rossella Di Palma

In alcune circostanze trasportare i cani in automobile presenta particolari criticità. È utile capire perché e poi adoperarsi per trasformare il viaggio da momento di stress a momento emozionalmente neutro, se non addirittura positivo.

Per molti cacciatori trasportare i cani in automobile è un problema. Il cane (a proposito: avete letto tutti i nostri articoli di cinofilia?) non vuole salire, scappa quando vede l’auto, sbava copiosamente nel trasportino, vomita e in alcuni casi si agita uggiolando per tutto il percorso. Talvolta le cose vanno talmente male che, una volta giunti alla destinazione finale, il cane impiega diversi minuti a riprendersi, pregiudicando così parte della giornata di caccia.

Nel tempo occupato dal viaggio il cane ha esperienza di odori, rumori, vibrazioni, sballottamenti, sbalzi termici. Questi elementi esterni impattano sulla sua psiche, trasformando il viaggio in un momento dal forte impatto emotivo. E questo impatto emotivo, che può essere sia positivo sia negativo, viene proiettato su tutti gli elementi che lo circondano e fanno parte del viaggio. Il cane è perfettamente in grado di associare al viaggio una serie di oggetti che vanno ben al di là della macchina e del trasportino. I miei cani sanno che quando metto il fischietto al collo, prendo determinati borsoni o indosso gli scarponi significa che si va in campagna e che il passaggio intermedio è il viaggio in auto.

Il viaggio come emozione

Presa coscienza del carico emozionale associato al viaggio e alle cose a esso collegate, è nostro dovere far sì che al viaggio e agli oggetti riconducibili siano sempre associate emozioni positive. Per quanto possibile, dovremmo cercare di rendere il viaggio piacevole sin dal primissimo incontro con l’automobile; e dovremmo coinvolgere in questa ricerca tutti coloro che hanno un legame emotivo, o anche semplicemente gestionale, con il cane. Non siamo infatti soltanto noi proprietari a dover trasmettere un messaggio di positività legato al viaggio; questo atteggiamento deve essere tenuto anche da tutto il resto della famiglia e da persone esterne che potrebbero trovarsi a viaggiare con il nostro cane. E tra coloro che potrebbero dover viaggiare con il nostro cane sono compresi anche gli altri cani, di nostra proprietà o appartenenti a un compagno di caccia.

Se un cane giovane o un soggetto appena arrivato da voi deve viaggiare con un altro cane (e magari non solo nello stesso mezzo, ma addirittura nello stesso trasportino), è indispensabile che quest’ultimo abbia già interiorizzato positivamente il significato del viaggio. Le emozioni sono contagiose: un cane sereno trasmetterà serenità; al contrario, un cane ansioso trasmetterà al cucciolo o al nuovo arrivato la sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere.

Trasportare i cani in automobile: il nodo del primo viaggio

Sin dall’inizio l’automobile deve essere un elemento positivo. In un mondo ideale, il cucciolo dovrebbe conoscere l’automobile quando è ancora in allevamento, meglio se in compagnia della madre e dei fratelli, e non per andare in posti spiacevoli, come dal veterinario. Quando ho allevato la mia cucciolata, per prima cosa ho fatto conoscere ai cuccioli il trasportino lasciandolo aperto e a disposizione sia in casa sia in giardino. Successivamente, attorno ai 40 giorni, ho iniziato a portarli in macchina attorno al quartiere; dopo qualche giro i cuccioli, insieme alla madre, hanno fatto poco più di un chilometro per raggiungere un posto tranquillo in campagna. Lì sono scesi e hanno esplorato un po’.

Purtroppo non tutti gli allevatori si cimentano in queste imprese, È dunque il neoproprietario, che per il cucciolo è un estraneo, a dover sciogliere il nodo nel primo viaggio. È una grossa responsabilità perché il primo viaggio impregnerà la mente del cucciolo diventando un ricordo indelebile. Gli etologi chiamano questo meccanismo warm cognition, cognizione calda, che consiste in un processo mentale che ci porta a interpretare un evento sia con gli occhi della cognizione sia con quelli delle emozioni a caldo. Dunque non conta solo ciò che accade durante un evento, ma anche che cosa si prova durante quei momenti. Le emozioni si attaccano in maniera inconscia e molto profonda.

Quando lo acquistate, andate voi stessi a ritirare il cucciolo. Se deve essere spedito, la responsabilità dell’allevatore e del trasportatore sono altissime. L’allevatore può abituare il cucciolo alla macchina e al trasportino prima del viaggio verso casa vostra; il trasportatore deve essere molto professionale.

Associazioni positive

La prima reazione all’auto è legata anche alle caratteristiche del singolo individuo o, per meglio dire, al suo assetto emotivo che deriva da diversi fattori. Se si parla di cuccioli, va innanzitutto considerato il legame di attaccamento che il cucciolo aveva con la madre. Gli stili di attaccamento nel cane non sono stati ancora studiati a fondo, ma è presumibile che un cucciolo possa beneficiare da uno stile di attaccamento che psicologi ed etologi definiscono sicuro; in questo caso la madre è capace di trasmettere al cucciolo uno stato di calma. Grazie a un legame sicuro con la madre, il cucciolo impara a tranquillizzarsi e a gestire le emozioni, ossia a confrontarsi senza difficoltà e paura.

Il legame con la madre e l’apprendimento di questi passaggi cognitivi avviene nei periodi sensibili, nei primi mesi di vita del cucciolo. Far trascorre al cucciolo almeno i primi 60 giorni con la madre significa mettere le basi per la sua futura serenità. Anche il periodo di socializzazione, che inizia attorno ai due mesi e termina quasi sicuramente dopo i tre, è fondamentale; in questa fase il cucciolo assorbe stimoli ed emozioni, e la presenza di una buona madre accanto a lui gli è certamente d’aiuto.

È anche per questo motivo che è buona cosa cedere i cuccioli attorno ai tre mesi. Se però tenete i cuccioli in allevamento ma li separate dalla madre a 40 giorni, pessima prassi ancora in voga tra alcuni allevatori, viene meno il senso di tutto questo. Non dimentichiamo mai che i cuccioli beneficiano di un’interazione con la madre il più prolungata possibile.

Un’esperienza normale, piacevole e desiderata

Un primo viaggio impostato male rappresenta per il cane un grosso stress da cui può nascere un disturbo da stress post-traumatico. La mente del cane non riesce a disinnescarsi e resta attivo stato uno stato d’ipervigilanza: voi mettete il cane in automobile e lui non riesce a stare tranquillo poiché ricorda quello che è successo e immagina che possa riaccadere.

Per associare al viaggio elementi positivi occorre innanzitutto che il cane percepisca il viaggio come qualcosa di normale, di piacevole e di desiderato. Il viaggio deve essere un momento gradevole. In periodi di caccia chiusa è sbagliatissimo trasportare i cani in automobile solo per andare dal veterinario o dal toelettatore. È probabile che al cane non piaccia tanto andare in questi posti ed è meglio che non diventino le destinazioni prevalenti. Quindi anche nei periodi di pausa venatoria è bene continuare a raggiungere con l’auto posti graditi al cane, come la campagna o amici e familiari che lo accolgono con gioia.

Durante il primo viaggio, specialmente se non ha mai conosciuto la macchina né il trasportino, è consigliabile non mettere il cane nella gabbia o nel bagagliaio; è molto meglio portare una persona che viaggi con lui rasserenandolo. E se il cane è già abbastanza grande ma non ha mai viaggiato, perché per esempio è stato allevato da voi e non avete mai avuto occasione di caricarlo in macchina, o se ha già paura dell’auto, si deve partire dalla prima casella: far familiarizzare il cane con la macchina e con il trasportino.

Dunque gli si lascia a disposizione l’auto da esplorare: auto aperta parcheggiata in cortile, trasportino aperto e a disposizione. Si comincia con il trasportino fuori dall’auto, se si intenderà utilizzarlo, e con l’auto a motore spento; quando l’auto spenta è diventata sufficientemente familiare, si accende il motore tenendola. In questa fase il cane va lasciato dove preferisce; alcuni soggetti preferiscono stare davanti, altri sul sedile dietro; non forzateli a stare dove volete voi.

Trasportare i cani in automobile: essenziale la gradualità

La parola d’ordine è gradualità. Si parte da esercizi brevi come stare in macchina un po’, a motore spento e poi a motore acceso, e muoversi per percorsi brevissimi. Il lavoro deve essere breve, graduale e frequente. Si tratta di spendere pochi minuti, meglio se tutti i giorni o un paio di volte al giorno. Gradualità assoluta e un passo indietro se il cane invia segnali di ansia o paura. I percorsi vanno allungati un po’ alla volta e devono sempre concludersi portando il cane in un luogo piacevole.

Esistono degli stratagemmi che possono essere usati come precauzione o come terapia. Possiamo per esempio usare i ferormoni; esiste in commercio un prodotto spray ai ferormoni studiato apposta per il trasporto. Questo spray va spruzzato almeno un quarto d’ora prima di trasportare il cane in automobile; in caso di viaggi lunghi, i ferormoni si possono rispruzzare ogni quattro, cinque ore. Lo possiamo spruzzare nel trasportino, sulla copertina, o più genericamente nell’abitacolo.

I ferormoni sono sostanze biochimiche prodotte da ghiandole esocrine emesse a basse concentrazioni dagli organismi viventi; hanno la funzione di inviare segnali ad altri individui della stessa specie. I ferormoni presenti in questo spray sono l’analogo sintetico di quelli prodotti dalla cagna che allatta e come tali aiutano il cane a rilassarli. Esiste anche un collare a ferormoni che può essere indossato dal cane durante il viaggio e durante tutto il resto della giornata. Il collare ai ferormoni è molto utile in soggetti ansiosi.

Eventualmente gli integratori

Possiamo utilizzare anche alcuni integratori somministrabili via bocca. Ce ne sono di varie marche, sono di origine naturale e contengono sostanze quali il triptofano. Alcuni di questi sono riservati a casi particolari, come cani che già hanno paura di viaggiare o cani che non hanno mai viaggiato e devono affrontare un primo viaggio particolarmente lungo in aereo. È un prodotto che si usa in genere quando possiamo ipotizzare a priori un possibile stress: lo si consiglia per esempio a Capodanno per quei soggetti che hanno paura dei botti.

Questi integratori possono essere associati ad altri che contengono principi attivi naturali capaci di ridurre l’ansia. Questi prodotti tuttavia non funzionano come rimedio dell’ultimo minuto, ma vanno somministrati a cicli e vanno accompagnati da un percorso di riabilitazione comportamentale. Nei casi più estremi si può fare ricorso anche a degli psicofarmaci che tuttavia hanno senso solo se contestualizzati in un processo riabilitativo. In generale, in cani e in viaggi non particolarmente problematici è meglio fare un lavoro graduale utilizzando solo i ferormoni come supporto.

Trasportare i cani in automobile: segnali da decodificare

Alcuni segnali che ci permettono di capire che viaggiare è un problema. Il cane manda segnali di stress acuto: si dimostra agitato, abbaia, piagnucola, ansima, sbava, vomita, si immobilizza in un angolo dell’auto o del trasportino, esplode in attacchi di panico. Vomitare durante i viaggi può essere causato esclusivamente dalla cinetosi (mal d’auto, legato al movimento del veicolo; ma vi è spesso un legame bidirezionale tra ansia e cinetosi, quindi trattando l’una si aiuta anche l’altra.

Contro la cinetosi, per prima cosa si può cercare di capire se vi è un punto dell’auto in cui l’animale percepisce meno il movimento; questo però non sempre è compatibile con le esigenze del cacciatore e con le norme relative alla sicurezza imposte dal codice della strada. Poi possiamo agire sul nostro stile di guida, cercando di avere una guida omogenea e rilassata.

Durante il viaggio il cane deve sentirsi comodo, deve avere spazio per potersi sdraiare, specie se il viaggio è lungo. Altra nota da ricordare è la climatizzazione: ricordatevi che la temperatura in prossimità del guidatore non è uguale a quella che si riscontra nel bagagliaio. È una particolare criticità in estate. Se l’aria condizionata non arriva al cane, se il trasportino è poco aperto e l’aria non circola, e se ci sono più cani insieme nel trasportino, la probabilità che si verifichi un colpo di calore non è così remota.

Se il cane è anziano o ha difficoltà motorie, è buona cosa aiutarlo a salire in auto. Saltando, soprattutto in discesa, non è infrequente che il cane possa farsi male e così leghi all’auto ricordi negativi. Per i cani di taglia grande esistono degli scivoli appositi realizzabili anche artigianalmente con assi di legno. Non sono vizi bensì strumenti che migliorano la qualità della vita del cane e il suo rapporto con l’auto.

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