Swarovski dG 8×25, il nostro test

Swarovski_dG

Fa tutto lui ed è smart. È l’ultimo dispositivo monoculare di Swarovski, che assolve quattro funzioni per massimizzare l’esperienza della fruizione della natura: osservazione, registrazione, identificazione e condivisione.

In un’epoca smart, in cui ogni dispositivo si arricchisce di funzioni rese via via disponibili dal progresso tecnologico, non poteva mancare uno strumento per l’identificazione rapida degli animali. L’esistenza di un’applicazione come la Merlin Bird ID – in grado di riconoscere da fotografia oltre 5.000 specie di uccelli – ha da tempo reso disponibile la base per sviluppare una piattaforma per i bird watcher; si trattava quindi più solo di condensare in un unico strumento una serie di funzioni additive legate all’osservazione. Non poteva non farlo Swarovski che, nel settore dell’osservazione, ha un nutrito seguito di appassionati anche al di fuori del settore specificamente venatorio e, tra l’altro, è sponsor del Laboratorio di ornitologia dell’Università Cornell. Il Cornel lab of Ornithology ha lanciato l’app nel 2014 sfruttando il lavoro di migliaia di collaboratori che hanno condiviso qualcosa come 800 milioni di osservazioni, oggi patrimonio della Macaulay Library dello stesso ateneo.

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Osservazione, anzitutto

In uno scafo degno delle migliori realizzazioni dell’azienda austriaca, sono ospitati un obiettivo a 8 ingrandimenti – mutuato dal piccolo della famiglia di binocoli compatti CL pocket – e un sensore da 13 megapixel, in grado di registrare immagini statiche ad alta risoluzione (4.192 x 3.104 pixel) e video nei formati HD (1.280 x 720 px) e VGA (640 x 480 px). La parte ottica prevede una distanza minima di messa a fuoco di 2,5 metri (una ghiera gommata è posizionata tra oculare e pulsante multifunzione) e la regolazione diottrica, possibile tra gli estremi di ±4 diottrie.

Il nuovo dG (dove la sigla costituisce l’acronimo di digital guide) presenta un unico pulsante di controllo in grado di regolarne tutte le funzioni: accensione, accoppiamento con un dispositivo smart esterno (smartphone o tablet), registrazione. In prossimità dello stesso sono collocati quattro led, uno che fornisce un’indicazione visiva dello stato di operatività e i restanti tre l’autonomia residua della batteria interna; uno sportellino tropicalizzato posto nella parte inferiore nasconde la porta Usb-C per la ricarica. I dati dichiarati dal produttore, confermati dal test pratico, parlano di 6 ore di autonomia in accensione e di 3,5 ore di utilizzo continuo.

Identificazione e condivisione

Lo sfruttamento delle funzionalità richiede che il dG venga interfacciato con uno strumento smart. A questo sovrintende l’app dG scaricabile dai tradizionali canali per piattaforme iOs e Android; tramite l’app se ne possono modificare i principali parametri. Una volta che strumento e dispositivo smart siano accoppiati tramite wi-fi, è possibile sfruttarne tutte le potenzialità.

L’osservazione si avvale dell’ottica 8x, lo scatto avviene alla pressione del pulsante del monoculare, la registrazione dell’immagine o del video avverrà sullo stesso strumento smart collegato. Successivamente sarà possibile procedere all’identificazione; qualora l’animale sia un uccello, mediante la app Merlin precedentemente scaricata. Due sono le modalità: la prima sfrutta data e località dell’osservazione e altri dati inseriti dall’utente (dimensione e comportamento del volatile) per definire una lista di possibili specie target. La seconda modalità prevede il confronto di una serie di parametri dell’immagine acquisita con quelli contenuti nel database per fornire una risposta interpretata. Esistono più pacchetti geografici: io ho scelto quello del Paleartico occidentale (l’unico che include l’Italia) ma ne esistono altri, tutti gratuiti. Una scheda dedicata alla specie identificata permette di conoscerne le principali caratteristiche e il canto.

Dai volatili ai mammiferi

Una seconda applicazione, stavolta sviluppata in autonomia da Swarovski e chiamata dG Mammals, permette di estendere le funzionalità del dG anche ai mammiferi. Di recente introduzione, non ha ancora l’ampiezza di database di quella dedicata agli uccelli: sono 100 le specie presenti ma, anche in questo caso, restituisce un riconoscimento molto rapido dei mammiferi più comuni in Europa. È open source per lasciare spazio agli sviluppatori che potranno implementare le opportunità offerte.

In epoca social non poteva mancare un’attenzione alla condivisione che può avvenire tramite i tradizionali canali ma, caratteristica molto interessante, anche in live streaming tra un massimo di 5 dispositivi nel raggio di 5 metri. È una funzione decisamente interessante che facilita la socializzazione, quella vera in carne e ossa.

Considerazioni finali

Questo strumento di identificazione non è in grado di distinguere, se parliamo di ungulati, sesso o classe di età dei mammiferi. E, anche il giorno che vi riuscirà in maniera discretamente approssimativa, non potrà sostituirsi all’esperienza del cacciatore e alla sua etica. Ci sono questioni che devono rimanere in testa al cacciatore, alla sua responsabilità e al suo rispetto per l’ambiente. Dimentichiamo quindi di utilizzare il dG come ausilio nella selezione del selvatico. Ciò premesso, questo strumento di identificazione sarà utile nella misura in cui l’utilizzatore vi troverà un mezzo per migliorare la fruizione della propria esperienza outdoor. Quello che posso dire a seguito della mia esperienza personale, nella quale mi sono fatto accompagnare dal dG per due settimane successive al lockdown, è che si tratta di un mezzo efficace. Che mi ha reso più consapevole. Per quanto mi riguarda, quindi, non posso che promuoverlo a pieni voti.

Swarovski dG: la scheda tecnica

Produttore: Swarovski
Modello: dG
Ingrandimento: 8x
Diametro obiettivo: 25 mm
Diametro pupilla d’uscita: 3,1 mm
Distanza pupilla d’uscita: 17 mm
Campo visivo (a 100 metri): 11,9 m
Risoluzione sensore: 13 megapixel
Peso: 550 g
Lunghezza: 146 mm
Prezzo: 2.020 euro
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