Sulla caccia in deroga la Lombardia fa ricorso contro l’Ispra

Sulla caccia in deroga la Lombardia fa ricorso contro l’Ispra: frosone
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La Regione Lombardia chiede al Tar del Lazio di costringere l’Ispra a calcolare le piccole quantità di frosoni, peppole e pispole prelevabili nel regime di caccia in deroga.

Fringuello e storno non bastano, visto che nella richiesta di fine aprile c’erano anche frosone, peppola e pispola: pertanto la giunta regionale della Lombardia ha presentato ricorso al Tar del Lazio, chiedendogli di costringere l’Ispra a calcolare anche per queste tre specie l’ammontare delle cosiddette piccole quantità prelevabili, passaggio necessario per autorizzare la caccia in deroga. Ne dà notizia la Federcaccia regionale, che sottolinea la centralità del «diritto ad avere risposte puntuali e motivate».

Nella nota la Federcaccia cita Floriano Massardi, consigliere regionale della Lega, che dice di aver spinto per questa decisione insieme a Carlo Bravo e Pietro Macconi, esponenti di Fratelli d’Italia; pesa il precedente che ha visto la Regione Liguria (allora al vertice c’era Giovanni Toti) ottenere ragione dal Consiglio di Stato: «a meno che non sia effettivamente impossibile» aveva scritto la redazione di Caccia Magazine commentando la sentenza di un anno e mezzo fa, «e allora deve dirlo chiaramente riferendosi ai criteri contenuti nella Guida europea alla disciplina della caccia, l’Ispra non può rifiutarsi di definire le piccole quantità prelevabili che consentono alle Regioni di attivare la caccia in deroga».

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