Rigby London Best, un tocco aristocratico

Rigby London Best

Sobria ed elegante. Tradizionale ma contemporanea. È la carabina London Best di Rigby, provata in un allestimento che va ad aggiungere qualcosa alla versione standard dell’arma. Se anche non se ne subisce il fascino senza tempo, non potrà non impressionare per le sue qualità balistiche extra-ordinarie.

La storia di Rigby è la storia di un mondo che ha rischiato di scomparire. Assediato da logiche commerciali che protendono verso la produzione di massa da un lato, e dall’altro dalla perdita di valori puramente stilistici e del fascino che solo possono risiedere in un’arma di produzione semi-artigianale e ispirata all’icona del sistema a ripetizione manuale del XX secolo. Che ancora è la base di cui la maggior parte delle più moderne carabine bolt action è in qualche misura tributaria. Mi riferisco all’azione del Mauser 98, che da fine Ottocento a oggi rappresenta l’archetipo del fucile a otturatore. E alla cui fama si è affiancato solo nel 1962 il modello Remington 700, che oggi divide con l’azione di derivazione Mauser la quasi totalità del mercato.

Rigby, a essere crudi e considerando l’ottusità dei nostri tempi, non avrebbe motivo di esistere. Già salvata più volte dalla malagestione e da scelte scellerate (si ricorda a questo proposito una proprietà americana che decise di trasferire la produzione negli Stati Uniti), dalla morte di Theo Rigby – ultimo discendente del fondatore a lavorare in azienda – nel 1951 ha subito un processo di trasformazione che ne aveva diluito il fascino.

Ogni carabina Rigby si porta dietro un passato impegnativo. Le memorie di cacciatori senza tempo che hanno operato nei paesi più ostili, le imprese di avventurieri, le esperienze di aristocratici e regnanti. Ogni carabina con il marchio della doppia R porta con sé un fascino, una personalità. Un’anima. Valori che si aggiungono a quelli asetticamente descritti nelle schede tecniche, che siamo portati a valutare con un’attenzione eccessiva. Ma l’anima non si misura in millimetri o in grammi.

Dal 1775 al 2019

Di Rigby si trovano le prime notizie certe nel 1775 con la documentazione dell’esistenza della fabbrica John Rigby & Company, conosciuta anche come John Rigby & Co. (Gunmakers) Ltd. L’azienda fu fondata dal primo John Rigby a Dublino e una sede a Londra sarà aperta dal nipote (ancora un John) nel 1865. La sede irlandese sarà definitivamente chiusa nel 1897.

A questo secondo John Rigby si deve la realizzazione di un forte legame con Mauser, marchio che distribuirà nel Regno Unito già dal 1900 in una versione “sportiva” realizzata su sua richiesta. A lui tocca anche il merito di aver sviluppato la versione civile della cartuccia da fanteria ideata dallo stesso Mauser nel 1892 (il 7 mm Mauser, conosciuto anche come 7×57 Mauser, appartiene alla prima generazione di cartucce a polvere infume), che commercializzerà con il nome di .275 Rigby. La forte similitudine tra i calibri (cambia sostanzialmente solo la palla impiegata) fa delle due designazioni un semplice sinonimo, tanto che le armi nel calibro di Rigby possono indifferentemente sparare anche quello tedesco. La distribuzione a opera di Rigby sul mercato anglosassone, all’epoca molto esteso visto che consisteva anche di numerose colonie, durerà per circa 12 anni nei quali John Rigby II otterrà la progettazione di un’azione in grado di gestire calibri delle classi .350 e .400, estremamente popolari all’epoca; la nuova piattaforma diventerà la base ideale su cui sviluppare cartucce quali i vari .375 H&H, .416 Rigby e .505 Gibbs che in breve diventeranno i preferiti nella caccia ai dangerous game. L’accordo commerciale verrà meno nel 1912 ma Rigby continuerà a basare le proprie azioni sulla ormai popolare base Mauser e consoliderà la sua reputazione nell’aristocrazia dei fucili bolt action.

Dopo le vicissitudini a cui ho accennato, nel 2013 il marchio è stato acquistato da Lüke & Ortmeier Gruppe (proprietario tra l’altro di Blaser, Mauser e Sauer) che ha di nuovo unito due marchi che hanno fatto la storia dei fucili bolt e, soprattutto, ha avuto l’intelligenza di riportare l’azienda a Londra, nel quartiere di Vauxhall, affidandone le redini a un management britannico, l’unico che poteva avere la sensibilità per restituire a Rigby ciò che gli era stato tolto. Il ritorno viene festeggiato nel 2014 con la reintroduzione della carabina Big Game cui si affiancano i prodotti classici del marchio, offerti in una gamma di varianti piuttosto estesa. Il segmento bolt action è declinato in altri due modelli (London best e Highland stalker, quest’ultimo lanciato a fine 2017) che vanno a parlare a diverse categorie di clientela, mentre il segmento degli Express è presidiato dal modello Rising bite sviluppato dall’azione brevetta Rigby-Bissell del 1879. Novità 2019 è la doppietta Rising bite in allestimento a canne lisce.

Se ho speso più volte la parola aristocrazia in questa introduzione non è solo in riferimento all’anima che caratterizza i fucili del produttore inglese. L’aspetto del prezzo non è infatti secondario e fa sì che scegliere una di queste armi non sia solo una questione di affinità elettive. Quando si parla di Highland Stalker, il modello d’accesso alla gamma, si parte infatti da un prezzo di 8.100 euro e si procede con 8.550 euro del Big Game in versione PH, i 27.650 euro del London best e i 140.000 euro del Rising bite, arma completamente realizzata a mano. Oltre all’anima, quindi, il portafogli vuole la sua parte.

Come si arriva a una carabina Rigby

Fin qui ho parlato di storia. Poi la storia si fa presente ed è con il presente che ci confrontiamo. Lo scorso marzo ho infatti avuto l’opportunità di provare il primo London Best arrivato in Italia, acquistato da un cacciatore-collezionista che ha deciso di investire in un prodotto senza tempo. Commissionando all’azienda inglese un’arma da sogno tramite l’Armeria Beolchini che ha provveduto all’importazione. Grazie a Beolchini, e con il benestare del proprietario, ho avuto il permesso di portare l’arma in poligono e di metterlo alla prova. Il contatto tra l’acquirente e l’azienda è stato facilitato da uno degli incontri che le (poche) armerie italiane che trattano il marchio – selezionate da Forest Italia, agente esclusivo per la nostra nazione – organizzano per mostrare i prodotti Rigby.

Alla selezione dell’arma sono seguiti vari passaggi che hanno consentito di arrivare al prodotto finito in circa 12 mesi. Non si può dimenticare infatti che il London best è un’arma custom, realizzata sulle specifiche richieste del cacciatore che, oltre a indicare le proprie esigenze in termini calibro e misure della calciatura, può richiedere numerose personalizzazioni di carattere estetico. L’acquirente ha anzitutto optato per la versione standard dell’arma (ne esiste una Vintage Edition di un 20% più economica che ripropone standard e quote antecedenti al 1940) e per il calibro principe, segnatamente il .275 Rigby. Rispetto alla versione base ha poi richiesto un legno di pregio superiore rispetto allo standard (grado 9 anziché grado 7), qualche incisione caratterizzante (iniziali e poco altro), un dispositivo a sgancio rapido per il montaggio dell’ottica, in stile Holland & Holland, e il montaggio di uno scatto più leggero. Privilegiando quindi la realizzazione di un’arma sobria, dalle linee pulite, a quella di un’arma extra lusso. Perché se il prezzo di questo London best finito non può proprio dirsi popolare (si parla di circa 38.000 euro rispetto alla versione base che parte da 32.800 euro nei calibri standard) devo segnalare che – secondo il configuratore online – richieste particolari possono spingerlo ben oltre le 60.000 sterline nel caso si richiedano incisioni complesse e legni di qualità ancora superiore (si arriva fino al grado 11). Le misure del calcio sono state prese da Beolchini ma chi acquista da Rigby può scegliere in opzione di volare a Londra per affidarsi ai tecnici del produttore.

TEST

  • Matricola arma: 7031
  • Ottica impiegata: Leica Visus 3-12x50i LW
  • Peso di sgancio: 900 g, con stecher 345 g

Condizioni del test

  • Meteo: sereno
  • Altitudine: 77 m slm
  • Pressione atmosferica: 1.012 hPa
  • Temperatura:
  • Umidità relativa: 75%

Munizione 1

  • Produttore: Norma
  • Modello: Oryx
  • Palla: Oryx, 156 gr
  • V0 dichiarata: 805 m/s
  • V0 rilevata: 772 m/s
  • E0 dichiarata: 3.274 J
  • E0 rilevata: 3.009 J
  • Deviazione standard: 3,68
  • Rosata: 3 mm
  • Sito produttore: www.norma-ammunition.com
  • Distributore: www.ruag.com / 030 7282651
Il test è stato effettuato presso il Tiro a Segno Nazionale di Pavia. Si ringrazia l’Armeria Beolchini di Pavia per la collaborazione.

SCHEDA TECNICA

  • Produttore: Rigby & Co.
  • Modello: London Best
  • Tipo: carabina bolt action
  • Calibro: .275 Rigby
  • Lunghezza canna: 580 mm
  • Lunghezza totale: 1.120 mm
  • Organi di mira: tacca a fogliette e mirino
  • Caricatore: 3 colpi
  • Sicure: manuale a 2 posizioni
  • Materiali: legno grado 9, acciaio
  • Finiture: legno trattato a olio, brunitura lucida
  • Peso: 3.400 g
  • Prezzo: circa 38.000 euro
  • Sito produttore: www.johnrigbyandco.com
  • Agente per l’Italia: www.forestitalia.com / 045 8778772