Pernice rossa: monitoraggio genetico della specie e il contributo dei cacciatori

pernice rossa

Pernice rossa: monitoraggio genetico della specie e gli studi condotti, anche grazie al contributo dei cacciatori, nell’Atc Genova 2 Levante.

Le modificazioni degli habitat, l’incremento delle specie aliene e la traslocazione di animali allevati rischiano di generare effetti negativi in termini di inquinamento genetico ed estinzione delle popolazioni naturali a causa dei fenomeni di ibridazione. Il rimescolamento genico e l’introgressione di alleli alieni può distruggere gli adattamenti locali e può quindi eventualmente condurre a declino della fitness e delle popolazioni. I rischi di inquinamento genetico provocati dall’introgressione stanno interessando sia specie comuni, sia già minacciate: l’ibridazione antropogenica è stata documentata in diverse specie di uccelli, tra cui soprattutto calliformi.

Le pernici del genere Alectoris includono sette specie potenzialmente interfertili distribuite in Eurasia, Cina e sud dell’Arabia. La loro distribuzione originaria le vede ampiamente separate da un punto di vista geografico, ad eccezione di due specie parzialmente a contatto in Arabia e in Cina centrale. L’ibridazione naturale nelle aree di contatto tra le varie specie è stata descritta, in passato, per esempio nelle Alpi Marittime e nelle Alpi francesi meridionali.

Pernice rossa: integrità genetica a serio rischio

La pernice rossa Alectoris rufa ha un areale naturale che si estende dalla Penisola Iberica attraverso la Francia fino al nord-ovest italiano, compresi l’Arcipelago Toscano e la Corsica. Sulla base dei caratteri fenotipici sono note tre sottospecie di rossa: A. rufa rufa originaria dell’Italia e della Francia centro-meridionale, compresa la Corsica (verso nord il limite di diffusione si pone indicativamente fino all’isoterma di marzo di 8°C); A. rufa intercedens nativa nella Spagna sud-orientale comprese le isole Baleari; A. rufa hispanica autoctona del Portogallo e della Spagna nord-occidentale.

Alectoris chukar è invece originaria di un’ampia area compresa tra l’Egeo e l’estrema Asia orientale, dove è rappresentata con ben 16 sottospecie.

La pernice rossa è oggetto da molti anni di intense attività di caccia e ripopolamento lungo il suo intero areale di distribuzione in Penisola Iberica, Francia e Italia. I ripopolamenti sono diventati pratica comune soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo in cattività la chukar rappresenta il riproduttore più prolifico nell’ambito del genere Alectoris, e l’incrocio con la pernice rossa risulta quindi produttivo. A seguito delle immissioni l’integrità genetica della specie appare a serio rischio di subire estesi fenomeni di introgressione, peraltro già in atto. Nel Regno Unito per esempio, dove pernici rosse provenienti dalla Francia furono introdotte a partire dal 1673, il successivo rilascio in natura di ibridi tra A. rufa e A. chukar ha prodotto un abbassamento del tasso riproduttivo delle popolazioni di rufa in quanto gli ibridi in natura presentavano una fitness più bassa rispetto alle rosse pure.

Pernice rossa: monitoraggio genetico necessario

Per accertare lo stato di conservazione della pernice rossa negli ultimi anni si è diffuso l’impiego di tecniche di indagine molecolare. Infatti, a dispetto della generale somiglianza morfologica, le pernici del genere Alectoris sono ben differenziate geneticamente e possono così essere chiaramente identificate.

Nel nostro Paese, al partire dal 2004, Baratti e collaboratori hanno evidenziato in maniera chiara, attraverso l’impiego di indagini genetiche, la presenza di ibridi tra Alectoris rufa e A. chukar in una popolazione italiana di pernice rossa: quella dell’isola di Pianosa all’interno del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Questo risultato ha evidenziato come la determinazione degli animali effettuata solo su caratteri fenotipici non sia purtroppo sufficiente nella discriminazione di soggetti ibridi, e conduca quindi a risultati non corretti.

Ibridazione diffusa

Nel 2005 il gruppo di ricercatori italiani coordinato da Barbanera ha concluso come la gestione di specie soggette a ibridazione, quale è la pernice rossa, imponga l’identificazione e l’eliminazione degli ibridi in modo da favorire l’espansione degli animali puri.

Nell’anno successivo, in Francia, il gruppo di ricerca di Vallance ha messo a punto un test genetico basato su un set di dieci marcatori Snp finalizzato proprio a valutare il livello di ibridazione tra rosse e chukar. La successiva applicazione dell’analisi a gruppi di pernici rosse provenienti da allevamenti distribuiti sul territorio francese ha portato ad accertare come il 50% dei riproduttori fossero ibridi.

Nel 2007, Barilani e collaboratori sono giunti ad affermare che da un punto di vista genetico l’introgressione con chukar si è ormai diffusa lungo l’intero areale della pernice rossa, arrivando anche nell’area di ibridazione naturale tra pernice rossa e coturnice nella zona delle Alpi francesi meridionali. Se in condizioni non perturbate l’ibridazione spontanea si sarebbe limitata a tre piccole zone di contatto, oggi invece la diffusione antropogenica degli ibridi sembra essere molto più estesa.

Anche Barbanera e colleghi nel 2009 hanno accertato una situazione piuttosto compromessa. La popolazione naturale dell’isola d’Elba, per esempio, ha manifestato un’elevata percentuale di ibridi tra A. rufa e A. chukar. Gli autori, anche in questo caso, hanno concluso che la popolazione italiana di pernice rossa può essere considerata purtroppo interamente inquinata da introgressione con chukar.

Dal confronto tra esemplari conservati in collezioni museali (risalenti agli anni 1856 – 1934) e individui odierni, nel 2010 il gruppo di Barbanera ha rilevato che tutti gli animali antichi presentavano una linea mitocondriale pienamente riconducibile ad Alectoris rufa. Secondo gli autori, nell’ambito dell’intero areale della pernice rossa, in Italia si troverebbe la più alta percentuale di esemplari con linea materna riconducibile a chukar rispetto a quanto rilevato in Francia e nella Penisola Iberica. Questo fatto potrebbe essere dovuto alla consuetudine, non completamente efficace, di discriminare eventuali ibridi sulla base dei tratti fenotipici senza impiegare tecniche di analisi genetica.

Infine ancora Barbanera, nel 2011, ha riscontrato anche in Corsica la presenza di ibridi tra A. rufa e A. chukar, pur con frequenza inferiore rispetto a quanto rilevato in Italia. In linea generale l’autore conclude osservando come i frequenti piani di ripopolamento con animali di allevamento lungo tutto l’areale naturale della pernice rossa abbiano probabilmente contribuito a ridurre la diversità genetica originariamente presente tra le diverse sottospecie di A. rufa.

Pernice rossa: monitoraggio genetico con il contributo dei cacciatori dell’Atc Genova 2

Durante la stagione di caccia 2017 l’Atc Genova 2 Levante ha avviato un’attività di monitoraggio genetico grazie alla collaborazione con i propri associati e con un laboratorio francese specializzato. I cacciatori hanno prelevato una zampa dalle pernici rosse abbattute, che è stata quindi collocata in una provetta contenente alcool etilico puro e contrassegnata con un codice identificativo univoco. Il laboratorio ha realizzato le analisi genetiche attraverso la tecnica già applicata dal gruppo di ricerca di Vallance. A differenza del test originario, che era partito da un set di dieci marcatori del Dna nucleare, la metodica applicata a ciascun campione inviato dall’Atc Ge 2 ha visto l’impiego di 19 marcatori Snp oltre che di un marcatore del Dna mitocondriale.

Tra gli esemplari abbattuti durante la stagione venatoria 2017, che potrebbero essere costituiti da animali sia selvatici, sia immessi a seguito di ripopolamenti, si è registrato un tasso medio di ibridazione (± deviazione standard) pari al 3,73 ± 3,99 %, con un range compreso tra lo 0,00 % (pernici rosse pure) e il 17,14 % di un unico individuo particolarmente introgresso.

Il confronto tra pernici rosse pure e ibridi rufa x chukar abbattuti durante l’attività venatoria, condotto con tutti i venti marcatori, ha portato ad accertare la presenza tra gli animali abbattuti di un 64 % di ibridi a fronte di un 36 % di esemplari puri (cioè con tasso di ibridazione pari a 0,00).

Un raffronto complessivo tra tutti gli animali analizzati ha permesso di rilevare come il 59 % degli esemplari rientri nella categoria a nulla o minima introgressione. Il 20 % delle pernici rosse si inserisce in un grado di ibridazione lieve e il 10 % in una classe di compromissione media. Il restante 11 % si colloca invece nei livelli di introgressione grave o molto grave.

Uno stato di conservazione soddisfacente, ma…

Lo stato di conservazione registrato attraverso le analisi genetiche sul territorio dell’Atc Ge 2 Levante appare complessivamente soddisfacente, con poco meno dell’80 % degli animali abbattuti compresi entro un tasso massimo individuale pari al 5,99 % di introgressione con chukar. Se confrontato con la situazione internazionale, il risultato ottenuto nell’Atc Ge 2 appare comunque in linea con quanto già enunciato dalla più recente e autorevole bibliografia scientifica.

In accordo con le considerazioni di Barbanera e collaboratori, secondo i quali in Italia si troverebbe la più alta percentuale di introgressione con chukar rispetto a quanto rilevato in Francia e nella Penisola Iberica, il tasso medio di ibridazione individuale pari al 3,73 % registrato sul territorio dell’Atc Genova 2 appare tuttavia più elevato rispetto a quello accertato recentemente nell’Alta Corsica grazie al lavoro svolto nel 2017 dalla locale Federazione dipartimentale dei cacciatori, dove è stato osservato un valore medio di ibridazione pari a 1,14 % con un picco massimo del 2,29 % nella zona di Niolu. Sempre in Corsica, nel 2010, il gruppo di Barbanera ha descritto tuttavia percentuali di introgressione fino al 67 %, in linea con il livello complessivo di ibridazione rilevato nell’Atc Ge 2 Levante (pari al 64 %).

Pernice rossa: monitoraggio genetico in Europa continentale

Nell’Europa continentale la situazione sembra leggermente migliore. Vallance e collaboratori hanno evidenziato per il sud della Francia fenomeni di ibridazione con chukar nel 30 % delle popolazioni di pernice rossa indagate. Nella Penisola Iberica il 45 % dei popolamenti selvatici di Alectoris rufa si mostra intaccato da introgressione genetica. Sul territorio italiano, nelle fasce perifluviali dell’Alessandrino, sono state osservate frequenze di introgressione variabili dal 17,6 al 32,2 % per quanto riguarda il Dna mitocondriale, a fronte di un risultato appena migliore registrato nell’Atc Genova 2.

In conclusione, lo stato di conservazione genetica della pernice rossa osservato sul territorio dell’Atc Genova 2 Levante appare in linea con quanto evidenziato dalla bibliografia scientifica degli ultimi anni, all’interno di una situazione italiana tendenzialmente peggiore rispetto a quanto osservato nelle altre zone dell’areale originario della specie. In questo contesto nazionale, il livello di introgressione della popolazione presente nell’Atc Ge 2 sembra sostanzialmente allinearsi alla situazione complessiva, ma con tassi di ibridazione lievemente migliori rispetto al trend generale osservato in altre zone del Paese.

Si può ancora migliorare

A partire da questa valutazione, nel complesso soddisfacente ma ancora ampiamente migliorabile, l’Atc Genova 2 Levante ha avviato negli ultimi anni anche un’attività di screening genetico degli animali provenienti dagli allevamenti fornitori, al fine di impiegare e valorizzare le aziende più virtuose capaci di rientrare all’interno dei parametri che in Francia soddisfano i Criteri Arc (Alectoris rufa certifié, tasso medio di ibridazione individuale inferiore al 3 % e assenza di pernici con percentuale superiore al 10 %). Infine, questo inverno l’Atc Ge 2 ha anche attivato una serie di attività formative finalizzate, sul lungo periodo, a creare e istruire gruppi di cacciatori capaci di gestire al meglio le popolazioni di pernice rossa, sulla scia di varie esperienze virtuose già avviate da altri Ambiti territoriali di caccia italiani.