Munizioni in piombo, l’impatto sull’avifauna

Munizioni in piombo nel bosco
© Click98 / shutterstock

Pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, lo studio dell’Arcadis Us ritocca al ribasso le stime di mortalità dell’avifauna per avvelenamento da munizioni in piombo.

Le stime utilizzate dall’Echa per suggerire restrizioni all’uso di munizioni in piombo si basano «su ipotesi incerte e risultati errati»: è il senso della ricerca che lo World forum of shooting activities, l’associazione tra i cui fondatori s’annovera l’Anpam, ha commissionato all’Arcadis Us; l’impatto sul tasso di mortalità dell’avifauna europea è infatti decisamente inferiore rispetto a quello considerato finora.

Sono sostanzialmente due gli errori dell’Echa: innanzitutto s’è basata su dati raccolti perlopiù nel Regno Unito, peraltro fuori dall’Unione europea dopo la Brexit; e poi ha ridotto al solo avvelenamento da piombo l’aumento della mortalità annua, in realtà dipendente da una somma di fattori. Grazie all’analisi necroscopica, allo studio di referti patologici e al tracciamento con i trasmettitori, la ricerca dell’Arcadis Us permette invece di valutare il legame reale tra morte e ingestione di munizioni; nel modello sono inoltre incorporate le dinamiche di popolazione, con le quali si possono valutare tutte le modifiche dei tassi di crescita.

Per i gallinacei si registrano perdite pari allo 0,2% per avvelenamento diretto e all’1,4% per avvelenamento indiretto (stima totale 0,8%); si tratta di valori decisamente inferiori a quelli stimati dall’Echa, che non tenendo conto delle differenze tra Stati o delle tipologie di popolazione valuta nell’1% (cinque volte in più) le perdite per avvelenamento diretto. Ecco perché l’Arcadis Us suggerisce di utilizzare nuovi criteri per le ricerche su cui si basano le decisioni delle istituzioni europee.

Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottichearmi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine; e scopri i contenuti di Caccia Magazine settembre 2022, disponibile in edicola e online.