Leica Fortis 6i 2,5-15×56: il test

Leica Fortis 6i 2,5-15x56 il test
© Matteo Brogi

Per dar vita al Leica Fortis 6i 2,5-15×56 il produttore tedesco ha preso la sua ottica di punta e l’ha spogliata di alcune caratteristiche non essenziali. La nuova linea presenta un’adeguata escursione zoom e mantiene tutte le caratteristiche ottiche e meccaniche più importanti del meglio di Casa Leica.

Il lancio del Leica Fortis 6i 2,5-15×56 è avvenuto nella seconda metà dell’anno scorso. Il cannocchiale da puntamento fa chiaramente parte della Fortis, la nuova linea di Leica che ha concentrato la sua proposta commerciale negli allestimenti Magnus – contraddistinti da una zoom ratio pari a 1:6,6, fa eccezione il solo cannocchiale da battuta – un 4x (il modello Lrs 6,5-26×56) e, appunto, questa nuova linea di prodotto che sostituisce la gamma Visus.

Fedeli a una filosofia d’eccellenza – quasi una condanna, se ti chiami Leica – gli ingegneri del colosso tedesco dell’ottica hanno indirizzato i propri sforzi progettuali nella realizzazione di un prodotto di livello premium a un prezzo sensibilmente inferiore a quello degli standard di mercato. Dunque, la linea Fortis ricalca tecnologicamente l’alto di gamma dei Magnus. Le semplificazioni apportate non inficiano qualità e funzionalità, ma vanno ad abbattere in maniera decisa il costo di produzione del singolo pezzo.

Leica Fortis 6i 2,5-15×56: il cannocchiale per la caccia di selezione

Ai primi due cannocchiali presentati, che volevano soddisfare il cacciatore in battuta (1-6x24i) e quello di selezione (2-12x50i), si è dunque affiancato un terzo allestimento. Appunto il Leica Fortis 6i 2,5-15×56. Sempre pensato per la selezione, dispone di un’estensione focale (2,5-15x) più estesa per ipotizzare tiri a distanze superiori e una campana dell’obiettivo da 56 millimetri che favorisce la raccolta di luce in condizioni crepuscolari. Quest’articolo va a sovrapporsi idealmente al Magnus i 2,4-16×56 (la differenza in termini di flessibilità ottica è minima) ma si avvantaggia di un prezzo di listino mediamente inferiore di un 20% nelle varie versioni (con o senza torretta balistica, con o senza scina). Questa percentuale si traduce in un risparmio superiore ai 600 euro.

Per realizzare questa impresa, Leica ha lavorato su vari fronti. Anzitutto ha affidato la realizzazione della nuova linea ai suoi impianti produttivi portoghesi, impiantati nel 1973 e completamente rinnovati 40 anni più tardi. In termini meccanici, le semplificazioni hanno invece principalmente interessato il sistema d’illuminazione, qui posizionato sulla torretta laterale della parallasse e non sull’oculare, una quarta torretta che nel Magnus richiede una notevole complessità produttiva. Se il reticolo rimane lo stesso per entrambi i modelli, il classico 4A, varia invece la flessibilità del sistema d’illuminazione, che nel Fortis conta 9 livelli contro i 60 del Magnus. Da notare, comunque, che i due più brillanti sono più intensi di quelli della linea top. Al netto di queste osservazioni i due prodotti sono sostanzialmente equivalenti.

Leica Fortis 6i 2,5-15×56: tutto metallo

La costruzione dell’ottica parte dalla realizzazione di un tubo monolitico sul quale si innestano la campana da 56 millimetri e l’oculare, voluminoso ma prestante come da tradizione Leica. Qui sono disposte le ghiere per la regolazione diottrica e del fattore d’ingrandimento, molto fluida e realizzata in metallo. A coprire il bordo vivo, un anello in gomma protegge l’arcata sopraccigliare del tiratore nel caso questi non imbracci correttamente l’arma. L’estrazione pupillare superiore a 90 millimetri e una pupilla d’uscita generosa grazie alla dimensione dell’obiettivo rendono praticamente superfluo l’accorgimento. Da osservare che la protezione in gomma a cui si è accennato è l’unica parte dell’ottica non realizzata in solido metallo.

A confermare una tradizione di accuratezza e resistenza, tutta la meccanica destinata alla regolazione micrometrica del reticolo è realizzata in acciaio molto resistente, con un indice Hrc pari a 60. Il tubo interno, quello che appunto consente di apportare le variazioni al reticolo, è inoltre saldamente incastrato in quello esterno. Si rende così virtualmente impossibile la perdita dell’azzeramento.

Leica Fortis 6i 2,5-15×56: regolare e azzerare il punto d’impatto

La regolazione del punto d’impatto avviene a passi di un terzo di Moa, un centimetro a 100 metri, in un intervallo di due metri in verticale e altrettanto in orizzontale. Per un totale quindi di 67 Moa sui due assi. L’ottica viene fornita di fabbrica tarata sul suo centro meccanico. La versione di base è dotata di semplici torrette micrometriche, azzerabili. Con un esborso aggiuntivo di 260 euro è possibile acquistare inoltre la variante con torretta Bdc che, interfacciata con il software balistico Leica disponibile online o mediante app dedicata, favorisce l’individuazione del corretto punto d’impatto a distanze differenti da quella d’azzeramento. Il calcolatore tiene conto dei principali parametri balistici e di quelli ambientali, quali temperatura e altitudine.

Una ghiera coassiale alla torretta funge poi da sistema di bloccaggio dell’insieme. La torretta balistica esprime il meglio di sé se abbinata alla ghiera Direct dial. Acquistabile a parte, indica direttamente la distanza di tiro sulla base di 12 curve balistiche standard che simulano in maniera sufficientemente esatta le prestazioni dei vari gruppi di calibri e munizioni.

Il puntamento del Leica Fortis 6i 2,5-15×56

Del reticolo si è già detto: si tratta di un classico 4A, l’ideale per la maggior parte delle esigenze venatorie. È collocato sul secondo piano focale ed è illuminabile. Ai 9 livelli si accede mediante la rotazione della ghiera interna della terza torretta. Non manca un sistema di spegnimento automatico del circuito che si avvale di un sensore di movimento e inclinazione. Il sistema si disattiva se non rileva alcun movimento per tre minuti, nel caso di un’inclinazione laterale superiore a 40° nei due sensi o, per l’inclinazione verticale, in presenza di un angolo superiore a 60° verso l’alto o a 40° verso il basso. Lo stesso sensore riattiva automaticamente il circuito.

La ghiera esterna della terza torretta è deputata alla regolazione della parallasse. Permette così di porre sul medesimo piano focale tanto il reticolo quanto il bersaglio. Si tratta di un registro indispensabile su un’ottica destinata all’impiego in un range molto ampio di distanze, quale quello della caccia di selezione. Il campo di regolazione spazia tra i 50 metri e l’infinito. Il blocco a 100 metri favorisce la consapevolezza nella regolazione.

Lo schema ottico del Fortis non differisce da quello del Magnus se non per una zoom ratio lievemente più contenuta (comunque pari a 1:6x). Sulla superficie esterna delle lenti presenta il trattamento protettivo AquaDura che preserva l’ottica da acqua, sporco e danni. Notevoli i valori relativi all’ampiezza del campo visivo, alla pupilla d’uscita e all’estrazione pupillare. Il livello di trasmissione della luce è pari al 92%, come nel Magnus, a confermare la presenza di trattamenti efficaci in termini di riduzione dell’assorbimento. Il tubo è correttamente sigillato e riempito di gas inerte che impedisce l’appannamento delle lenti interne in caso di shock termico. L’impermeabilità è infine garantita fino a 4 metri.

Il Leica Fortis 6i 2,5-15×56 in poligono

Abbiamo provato uno dei primi esemplari Leica Fortis 6i 2,5-15×56 arrivati in Italia a fine dicembre. Per il test abbiamo utilizzato una carabina Browning A-bolt 3. La prova è avvenuta in poligono, all’ultimo turno di tiro, in condizioni di illuminazione che si avvicinavano al tiro crepuscolare tipico dei cervidi più timidi. Del Leica Fortis 6i 2,5-15×56 abbiamo apprezzato la virtuale assenza di aberrazioni cromatiche, l’ampio campo visivo e la luminosità, splendidamente trasmessa dall’oculare che non conosce cadute di luce dal centro ai bordi. Efficace e realistica la corrispondenza tra click e migrazione del punto d’impatto sul bersaglio. A livello operativo, le differenze tra il Leica Fortis 6i 2,5-15×56 e l’omologo allestimento della linea superiore sono dunque insignificanti. E pertanto il risparmio sul prezzo è davvero un bonus per l’acquisto.

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Leica Fortis 6i 2,5-15×56: la scheda tecnica

Produttore: Leica
Modello: Fortis 6i
Ingrandimento: 2,5-15x
Diametro obiettivo: 56 mm
Diametro pupilla d’uscita: 11,4-3,7 mm
Estrazione pupillare: superiore a 90 mm
Reticolo: 4A
Campo visivo (a 100 metri): 17-2,7 m
Peso: 780 g
Lunghezza: 360 mm
Diametro tubo centrale: 30 mm
Prezzo: 2.560 euro
Sito produttore: it.leica-camera.com
Distributore: www.forestitalia.com / 045 8778772