L’Italcaccia contesta le proposte (alcol test obbligatorio, rimborso delle spese sostenute dal Ssn, numero di licenza stampato sul gilet, giubbotto antiproiettile per i cani) con cui l’Enpa vuole complicare l’esercizio della caccia.
Delle quattro dell’Enpa la proposta più preoccupante è quella di consentire al Ssn di rivalersi sui cacciatori, chiamati a rimborsare le spese sostenute per curarli dagli infortuni subiti a caccia: la sanità pubblica, si legge nella nota che l’Italcaccia ha pubblicato sull’home page del proprio sito ufficiale (la firma Marco Efisio Pisanu, presidente della sezione sarda), «è universale, non selettiva»; e «aprire la strada al principio [secondo il quale] chi pratica una [determinata] attività paga le cure significherebbe colpire chiunque ne svolga una ritenuta rischiosa o impopolare», e dunque «scalatori, ciclisti, surfisti», ma anche chi segue un determinato stile di vita come «fumatori e vegani».
È netta l’opposizione dell’Italcaccia anche alle altre tre proposte: l’alcol test obbligatorio è una provocazione, e tratteggia un quadro nel quale sembra che «l’irresponsabilità [sia] la regola e non un comportamento già sanzionato dalla legge»; il numero di licenza stampato sul gilet è «simile più a una schedatura che a un intervento di sicurezza»; l’obbligo di vestire i cani da caccia con giubbotti antiproiettile «denota assenza di conoscenza della realtà venatoria e dei dati che la riguardano».
In chiusura, Pisanu ricorda che in Italia si può andare a caccia («non è improvvisazione né folklore, ma parte integrante della gestione del territorio»: senza i cacciatori «lo Stato dovrebbe farsene carico con costi molto elevati e maggiori difficoltà operative») solo se si ha una fedina penale immacolata.
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.
















