Nel corso della visita in Lombardia e in Emilia Romagna gli ispettori dell’Unione europea hanno apprezzato la strategia con cui l’Italia sta contrastando la diffusione della peste suina africana.
Rispetto al 2023 la strategia di controllo della peste suina africana in Italia è «decisamente più chiara e definita»: così l’hanno descritta gli ispettori della Direzione generale salute e sicurezza alimentare dell’Unione europea, che nella seconda metà di settembre hanno visitato prima la Lombardia e poi l’Emilia Romagna e hanno apprezzato il coordinamento e la collaborazione tra i servizi veterinari e la polizia provinciale, riscontrato che i cacciatori sono consapevoli delle disposizioni previste dalle ordinanze del commissario, verificato che la gestione della tracciabilità delle carni «è puntuale».
Oltre a un macello industriale e agli uffici dei servizi veterinari, in Emilia Romagna gli ispettori hanno visitato anche due case di caccia (una nel Piacentino, l’altra nel Parmense) senza riscontrare alcuna pratica non conforme alle disposizioni.
«È evidente» commenta Massimo Buconi, il presidente nazionale della Federcaccia, «che le politiche applicate dal commissario straordinario Filippini vanno nella giusta direzione». A lui e a Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, Buconi ha più volte avuto modo di dire che «i cacciatori non si sono mai tirati indietro, e il loro impegno al fianco delle istituzioni è sempre stato massimo, anche a costo di sacrifici e limitazioni che auspico possano essere superate senza mettere a rischio l’obiettivo finale, ossia l’eradicazione della peste suina africana» dal territorio nazionale.
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