Il controllo faunistico di nuovo davanti alla Consulta

controllo faunistico: cinghiale in primo piano
© Neil Burton

Il Tar della Toscana rinvia alla Corte costituzionale il piano di gestione del cinghiale: si sospetta la violazione della norma sul controllo faunistico.

Ci sono di mezzo un tribunale, due disegni di legge e la Consulta: la disciplina del controllo faunistico rischia di essere al centro delle discussioni nelle prossime settimane.

Innanzitutto la notizia delle ultime ore: il Tar ha rinviato alla Corte costituzionale il piano di controllo del cinghiale della Toscana. Interpellato da Wwf, Enpa, Lav e Lac, il tribunale analizza le precedenti sentenze della Consulta e sospetta che non sia legittimo il coinvolgimento di cacciatori, squadre di cinghialai e guardie giurate private. All’articolo 19, la legge quadro sulla caccia prevede infatti un elenco tassativo delle figure che possono prender parte alle attività di controllo. E il Tar dubita che “le cautele adottate dalla legislazione regionale toscana per selezionare i cacciatori autorizzati all’attuazione dei piani di abbattimento, consistenti in una specifica abilitazione rilasciata dopo la frequenza di un corso e il superamento di un esame finale, possano essere sufficienti a garantire la costituzionalità delle disposizioni contestate”.

Controllo faunistico: le discussioni in parlamento

Nel frattempo il parlamento si divide sui possibili emendamenti alla legge quadro. È stato diffuso il testo del ddl Gallinella (5 Stelle) così come modificato in commissione Agricoltura. Adesso la proposta di legge prevede che, per far fronte alle necessità del controllo faunistico, le Regioni possano assumere a tempo determinato, per non meno di un anno, degli appositi professionisti denominati ausiliari. Reclutati con un concorso pubblico, “frequentano uno specifico corso obbligatorio di formazione e di addestramento erogato dall’Ispra”. Al termine “ottengono il conferimento del titolo di ausiliario […] e procedono a munirsi, ove necessario, di licenza per l’esercizio venatorio”. A loro sarebbe riconosciuta la qualifica di pubblica sicurezza.

Negli scorsi giorni Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, ha invece presentato un disegno di legge che va in direzione opposta. La modifica chirurgica all’articolo 19 della 157/92 prevede infatti la possibilità di coinvolgere i cacciatori nelle attività di controllo faunistico.

In apertura si è parlato di due ddl. In realtà avremmo dovuto dire tre: in Senato giace da mesi una proposta analoga presentata dal senatore leghista Francesco Bruzzone.