La Federcaccia Toscana prende posizione sull’ipotesi di inserire il colombaccio tra le specie abbattibili nelle operazioni di controllo faunistico.
Ciò che sta avvenendo in Emilia Romagna «rischia di produrre effetti anche in Toscana», dove alcune associazioni agricole hanno chiesto alla giunta di inserire il colombaccio tra le specie abbattibili nelle operazioni di controllo faunistico: contro questa ipotesi si schiera la Federcaccia regionale (si chiama Federcaccia-Uct), alla quale si deve il primo virgolettato e che «respinge questa proposta con fermezza».
Si discute, infatti, «di abbattimenti di colombacci in pieno periodo riproduttivo», ossia tra aprile e settembre, «senza dati chiari su numeri e modalità di monitoraggio»; per la Federcaccia «questa misura rischia di compromettere seriamente la popolazione, a fronte di danni agricoli che risultano limitati e imputabili in gran parte a più specie di columbidi e passeriformi».
«Oggi i danni alle coltivazioni si sono ridotti a livelli fisiologici» segnala Marco Salvadori, che della Federcaccia Toscana è il presidente; «non si capisce perché si voglia aprire un nuovo fronte di scontro tra caccia e agricoltura, proprio mentre stiamo lavorando a soluzioni più ampie e condivise».
Al colombaccio semmai si dovrebbe prevedere ogni anno la preapertura dal 1° settembre «superando con una modifica normativa i limiti imposti [dal rispetto] dell’arco temporale [massimo]»; Salvadori si augura che la Toscana, dove peraltro tra poco più di un mese si vota per l’elezione del presidente della Regione e il rinnovo del consiglio, «mantenga anche stavolta un approccio prudente e coerente, evitando errori come quello dell’Emilia Romagna».
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