Federcaccia e Italcaccia contro la Regione Calabria

Federcaccia e Italcaccia contro la Regione Calabria: sei lepri
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La Federcaccia e l’Italcaccia contestano la Vinca, valutazione d’incidenza ambientale, che accompagna il calendario venatorio della Calabria.

Non è un gran momento per attendersi qualcosa dall’amministrazione della Calabria (Roberto Occhiuto, il presidente, che ha annunciato che si ricandiderà alle prossime elezioni regionali, s’è appena dimesso), ma qualcuno ci prova lo stesso: considerandola «gravemente viziata, tecnicamente ingiustificata, ancora una volta penalizzante per la caccia», la Federcaccia e l’Italcaccia contestano la Vinca, valutazione d’incidenza ambientale, del calendario venatorio regionale, e chiedono di riesaminarla e rettificarla una seconda volta, dato che la prima non si può considerare risolutiva (sana «solo in parte le misure ingiustificate»).

Sono tre i passaggi critici: la Vinca vieta la caccia in diverse Zone speciali di conservazione; in tutte le altre limita la durata della giornata; e in parte del territorio fissa l’apertura al 1° novembre.

Contestando «un attacco frontale al mondo venatorio calabrese», Federcaccia e Italcaccia segnalano che la caccia non ha mai «creato incidenze negative o minacce alle specie tutelate», tantomeno se è diretta ai mammiferi; il malumore è elevato anche perché in parallelo alcuni progetti si propongono di istituire nuove riserve e parchi «in una regione in cui si sono già ampiamente superati i limiti previsti».

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