Coronavirus Covid-19 e pipistrelli: il chiarimento di Ispra

Coronavirus Covid-19 e pipistrelli
© Rudmer Zwerver / shutterstock

Quale legame tra coronavirus Covid-19 e pipistrelli? E quale preoccupazione devono causare i pipistrelli che sorvolano campagne e città italiane? Ispra risponde.

La comunità scientifica si sta ancora interrogando sul legame tra coronavirus Covid-19 e pipistrelli. Mentre si tenta di capire come sia avvenuto il salto di specie capace di infettare l’uomo, l’Ispra chiarisce che “la prossimità di pipistrelli, come quella che si realizza in presenza di colonie nelle aree abitate, non pone rischi di trasmissione di Sars-Cov-2”. Anzi: sopprimendo insetti nocivi alla salute umana, alle coltivazioni e ai boschi, i pipistrelli italiani hanno un ruolo rilevante nell’equilibrio ecosistemico. La loro presenza costituisce quindi “un elemento positivo e non deve causare preoccupazione”. Peraltro le leggi italiane e comunitarie tutelano i pipistrelli, i loro rifugi e i siti in cui sostano, si riproducono o svernano.

Coronavirus Covid-19 e pipistrelli: alla ricerca dell’ospite intermedio

È improbabile che la patologia sia dovuta a un passaggio diretto tra pipistrello e uomo. Nei pipistrelli cinesi si trova un virus simile le cui spike (le punte della corona) non si legano però alle cellule umane: “sulla scorta delle migliori conoscenze, queste forme virali [sono] innocue per l’uomo”.

La tracimazione tra animale e uomo ha richiesto una modifica alla struttura delle spike, “plausibilmente avvenuta all’interno di un ospite intermedio appartenente a un’altra specie”. Con molte probabilità il veicolo è stato il pangolino, molto utilizzato per scopi alimentari e per la medicina tradizionale cinese. Nessuno può comunque ancora escludere un passaggio diretto (spillover) dal pipistrello all’uomo. In questo caso però è verosimilmente legato al consumo alimentare, “tradizione ancora esistente in Cina e che per motivi igienico-sanitari andrebbe assolutamente evitata”.

Due le conseguenze che ne trae Ispra. I pipistrelli che sorvolano le città e le campagne italiane non devono creare allarme. E, oltre a rappresentare una grave minaccia per la biodiversità, “il traffico e il consumo di animali selvatici […] determinano rischi significativi di spillover zoonotici e andrebbero pertanto urgentemente combattuti”.

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