Giovanni Filippini, commissario straordinario alla peste suina africana, ha firmato l’ordinanza 7/25: minori le restrizioni per la caccia alla volpe e alla lepre con cani dotati di brevetto Enci.
In caso d’inadempienza dei gestori, per potenziare le operazioni di depopolamento del cinghiale nelle aree protette il commissario straordinario alla peste suina africana potrà intervenire in via sostitutiva su tutto il territorio nazionale: è uno dei punti chiave dell’ordinanza 7/25, che estende quest’ipotesi anche al di fuori della Toscana, regione in cui la disposizione era in vigore già da un paio di settimane. Il controllo del cinghiale, si legge, anche in forma collettiva (fino a tre cani e venti operatori per unità di gestione) è infatti possibile indipendentemente dalla classificazione faunistica del territorio interessato.
Rimodulate le restrizioni
A meno di deroghe, nella zona di restrizione I resta vietata la caccia al cinghiale in tutte le forme, così come le prove cinofile e le attività d’addestramento cani; nelle zone di restrizione II e III e nelle zone infette il divieto s’aggiunge a quello che riguarda la caccia collettiva (si considera tale con più di tre persone e di tre cani) a tutte le specie tranne che, altra novità, la lepre e la volpe in presenza di mute specializzate con brevetto Enci.
Una disposizione analoga vale per i comuni delle zone Cev, di controllo dell’espansione virale, nei quali la malattia non sia mai comparsa o sia assente da più di quattro mesi; in questo caso l’ordinanza consente anche le operazioni di controllo del cinghiale con la tecnica della girata, con un solo cane limiere e fino a un massimo di tre operatori.
Infine, l’ordinanza prevede che per andare a caccia nelle porzioni di territorio a minor rischio, ossia nelle zone di restrizione I o in quelle indenni, chi pratica il controllo del cinghiale nelle zone di restrizione II, III e Cev abbia bisogno di una deroga specifica.
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