La Coldiretti Toscana ha organizzato un presidio davanti alla prefettura di Lucca per chiedere maggiore incisività nella lotta alla peste suina africana.
«Troppo deboli le difese schierate», troppo pochi «gli abbattimenti che avrebbero dovuto contribuire a rallentare la corsa del virus, troppi i ritardi» anche a fronte di ordinanze specifiche: la Coldiretti Toscana ritiene che le istituzioni abbiano sottovalutato «i pericoli e l’impatto» della peste suina africana, che nel territorio «espone a conseguenze pesantissime 4.000 allevamenti suinicoli e 140.000 maiali».
Stamani gli agricoltori e gli allevatori iscritti alla Coldiretti hanno organizzato un presidio a Lucca, davanti alla sede della prefettura, per chiedere una rivoluzione nell’approccio all’emergenza.
Le contromisure non stanno funzionando granché: oltre a tutti i diciassette comuni della provincia di Massa-Carrara, da qualche giorno la zona di restrizione comprende anche parte delle province di Lucca e di Pistoia.
La Coldiretti segnala che sono i cinghiali «i principali vettori di un virus» che ora «fa tremare tutta la Toscana»: la peste suina africana «rappresenta una catastrofe non solo per gli agricoltori e gli allevatori, ma anche per i cittadini e consumatori», e ha «riflessi sociali ed economici anche sui settori [che si occupano] di trasformazione e commercio della carne suina e di turismo».
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