Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia contestano la diffida con cui le associazioni ambientaliste puntano a sospendere la caccia alla pavoncella in Toscana.
È «del tutto fuori luogo» la polemica aperta dalla diffida con cui gli ambientalisti cercano di far sospendere la caccia alla pavoncella in Toscana: così le associazioni venatorie riunite nella cabina di regia regionale (ne fanno parte Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia; non, com’è noto, la Federcaccia, che sulla vicenda ha già preso posizione) scrivono nella lettera aperta inviata a Eugenio Giani e Stefania Saccardi, presidenti rispettivamente della giunta e del consiglio.
La legge 157/92, infatti, inserisce la pavoncella tra le specie cacciabili, e dallo scorso ottobre è in vigore il piano nazionale di gestione; inoltre sulla caccia in Toscana il comitato tecnico faunistico-venatorio ha espresso parere positivo, e dato il mancato rispetto della scadenza (30 giorni) prevista dalla nuova formulazione dell’articolo 18 s’intende acquisito quello dell’Ispra; infine, scrivono le quattro sigle, l’impiego del tesserino venatorio digitale «consente di bloccare la caccia prima che si raggiunga» il contingente massimo prelevabile.
In sostanza, per la cabina di regia toscana i vertici della Regione «devono occuparsi di problemi più seri che del prelievo regolato di una specie cacciabile».
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