Blaser R8 Ultimate X calibro .300 Winchester magnum: il test

Blaser R8 Ultimate X calibro .300 Winchester magnum il test
© Matteo Galuzzi / Caccia Magazine

Anche con un calibro esuberante la Blaser R8 Ultimate X consente d’effettuare un abbattimento pulito durante un’uscita di caccia di selezione al capriolo.

marco caimi con la carabina blaser r8 ultimate x
© Matteo Galuzzi / Caccia Magazine

La fascetta per una femmina di capriolo adulto ancora nello zaino, lo scorso marzo riuscii a mettere le mani su uno dei primissimi esemplari della Blaser R8 Ultimate X arrivati in Italia; si tratta dell’ultima versione della straight-pull, modificata per poter ospitare un caricatore maggiorato dalla capacità di dieci cartucce.

Si tratta quindi di una carabina pensata principalmente per la caccia in battuta, in particolar modo per la monteria spagnola o per altre cacce in cui si prevede di sparare molte cartucce in rapida successione, soprattutto nei Paesi che non consentono l’impiego di armi semiautomatiche.

In Italia è una scelta vincente per la caccia al cinghiale e, grazie alla versatilità tipica delle carabine straight-pull, anche per la caccia di selezione. A dirla tutta non esiste una sola versione della R8 Ultimate X, ma una vasta scelta di combinazioni possibili grazie alla possibilità di montare canne con profilo differente e in moltissimi calibri, dal piccolo .204 Ruger al .338 Lapua magnum, e ai diversi tipi di calciatura disponibili.

La versione messami a disposizione da Blaser è dotata di canna lunga 650 millimetri con profilo da caccia e diametro in volata di 17,3 millimetri. Per riguarda il calibro, trattandosi dei primissimi modelli a disposizione, mi dovetti accontentare del .300 Winchester magnum: non proprio la scelta ideale per il capriolo, ma selezionando una cartuccia adeguata e con qualche cura in più nel piazzamento del colpo è comunque possibile effettuare un prelievo efficace senza sacrificare eccessivamente la carne.

Palla monolitica Rws Hit

Come di consueto la prova iniziò il giorno precedente, sulle linee del poligono di Cologno al Serio (Bg) dove effettuai l’azzeramento della carabina in combinazione con il cannocchiale Blaser B2 2,5-15×56 iC. La sigla iC sta per Illumination control, la tecnologia Blaser che permette d’accendere automaticamente il punto rosso al centro del reticolo al momento dell’armamento della molla del percussore. Il cannocchiale si monta direttamente sulla canna grazie agli attacchi con sistema a sgancio rapido Blaser, che consentono di smontare il cannocchiale per il trasporto dell’arma e rimontarlo senza che vi sia alcuna variazione nel punto di impatto.

Dopo alcune prove di rosata con differenti caricamenti commerciali, scelsi d’effettuare l’azzeramento con le Rws con palla monolitica Hit del peso di 165 grani. Si tratta di un proiettile realizzato in rame con un rivestimento nichelato, profilo boat-tail che assicura un’eccellente precisione e puntale Twin compression tip in plastica per un’elevata deformazione, ma senza alcuna frammentazione.

Oltre all’eccellente rosata ottenuta a 100 metri, con tre colpi sparati in un diametro di soli 20 millimetri, a fare cadere la mia scelta sulla cartuccia fu stata proprio la palla monolitica, di peso non esagerato per il calibro, che dovrebbe garantire un buon risultato con danni non eccessivi alla carcassa dell’animale. Perfezionai l’azzeramento a una distanza di 200 metri, poi sparai ancora qualche colpo per prendere confidenza con lo scatto e con l’arma.

Blaser R8 Ultimate X: una reazione composta

La R8 non è una delle carabine più leggere sul mercato: in questa configurazione e con la canna lunga 650 millimetri il peso raggiunge circa quattro chilogrammi, che diventano cinque con ottica e attacchi montati. Si tratta quindi di una carabina sicuramente indicata più per la caccia d’attesa che per quella alla cerca; ma il lato positivo è rappresentato da un’eccellente stabilità al momento del tiro.

Nonostante il calibro esuberante, la reazione allo sparo è infatti estremamente composta, con un rinculo perfettamente gestibile. La canna, con passo di rigatura di 1:10”, presenta anche la volata filettata per il montaggio di un freno di bocca; in tutta onestà però non se ne sente il bisogno, in particolare per l’impiego venatorio. L’esemplare in dotazione era dotato anche di calciatura nasello e calciolo regolabili, con cui variare la length of pull e trovare un corretto allineamento con il cannocchiale.

Blaser R8 Ultimate X: la scheda tecnica

Primi avvistamenti

Quando raggiungi la mia parcella, ben prima dell’alba, la preoccupazione per la scarsa conoscenza del luogo lasciò subito posto a qualche speranza in più. Parcheggiando il fuoristrada sul lato di una strada bianca, i fari illuminarono infatti due maschi di capriolo impegnati in una schermaglia.

A diversi mesi dalla stagione riproduttiva una scena del genere mi stupì un po’, ma i due animali non sembravano per nulla disturbati da me; restai quindi in auto per evitare di metterli in allarme e, di conseguenza, allertare della nostra presenza anche tutti gli altri della zona.

Attesi pazientemente che si spostassero verso il fondo della valle. Dopo qualche minuto scesi dall’auto e mi preparai per la caccia. Riempii il caricatore in polimeri con cinque cartucce, che ritenni più che sufficienti, lo inserii nella carabina e camerai la prima cartuccia, lasciando però abbassato il cursore dell’hand-cocking. Il vantaggio di questo tipo di sicura è infatti quello di poter portare una carabina con il colpo in canna in assoluta sicurezza: la molla del percussore è distesa, quindi lo sparo accidentale è meccanicamente impossibile anche in caso di caduta.

Come ulteriore sistema di sicurezza in più, sulla R8 Ultimate X lo sgancio del caricatore, facendo pressione sui due ritegni laterali, determina anche il disarmo automatico della molla del percussore, che dovrà essere riarmata manualmente soltanto dopo il reinserimento del caricatore. Inoltre con l’hand-cocking abbassato è bloccato anche l’otturatore; ma l’avanzamento d’un paio di millimetri del cursore ne consente l’azionamento in sicurezza senza armare la molla.

Altri avvistamenti

Iniziai la cerca lentamente sulla sommità di una collina, con lunghe pause per sbinocolare sia sul lato destro sia sul lato sinistro. Sul lato sinistro avvistai nuovamente i due maschi, che si erano ricongiunti a una femmina adulta e a un piccolo.

Erano a circa 200 metri, ma già sul margine di un bosco: sparirono prima che potessi anche soltanto pensare di sparare. Meglio così, avevo appena iniziato. Continuai a camminare: altri avvistamenti dopo qualche minuto.

Sul lato destro, a un centinaio di metri, c’erano una femmina e un piccolo che però m’avvistarono immediatamente e s’allontanarono. A sinistra invece un branchetto composto da due femmine adulte e due sottili sta brucando indisturbato sul fondovalle, a una distanza di circa 500 metri.

Scelsi di tentare un avvicinamento usando un paio di fasce di bosco come copertura. Il piano era quello di scendere verso destra in modo da restare sottovento, e una volta raggiunta l’altezza dei caprioli avvicinarli sul fianco.

Una volta entrato nel bosco persi però totalmente di vista gli animali, quindi non potei far altro che sperare che nel frattempo non si spostassero. Andai avanti lentamente, evitando di calpestare i rami secchi e senza muovere nemmeno una foglia, fino a quando raggiunsi all’incirca la stessa altezza del branchetto. Un piccolo dosso del terreno nascondeva alla nostra vista il punto in cui li abbiamo visti l’ultima volta, mi sporsi con attenzione. Nulla, i caprioli erano spariti; eppure il vento era buono e non potevano avermi visto.

Sparita

Alzai il binocolo cercando di capire dove potessero essersi riparati e una macchia bianca attirò subito il mio sguardo. Di fronte a noi, a circa 300 metri, una femmina stava pascolando al margine di una vigna. Poteva essere una delle quattro avvistate in precedenza; il resto del gruppo poteva non essere lontano. Individuai una posizione da cui potrei tentare un tiro, sul margine di una fila di alberi a metà strada tra la nostra posizione e quella del capriolo.

Mia avvicinai stando basso, restando dietro la copertura degli alberi e con il vento di fronte. Quando mancavano una trentina di metri al punto da cui avrei voluto sparare, mi spostai verso sinistra per verificare che l’animale non si sia spostato. La femmina era ancora lì e stava mangiando indisturbata.

Tornai dietro al riparo degli alberi e coprii gli ultimi metri stando a terra. Poi raggiunsi il punto prescelto, misi lo zaino a terra e alzai il binotelemetro per misurare la distanza. Il capriolo però non c’era più. Erano passati solo pochi minuti e faticavo a credere che m’avesse visto. Sospettai che avesse fatto un paio d’passi in avanti e si trovasse tra i filari; pertanto scandagliai con attenzione la vigna alla ricerca di un movimento o di qualsiasi cosa che mi facesse almeno intuire la posizione dell’animale.

Sbinocolai per diversi minuti, ventre a terra dietro il mio riparo, ma di caprioli non c’era traccia. L’unica possibilità era che la femmina avesse attraversato la vigna e fosse entrata nel bosco in cima alla collina, il tutto pochi istanti prima che potessi posizionarmi per il tiro.

Ultima occasione

Due occasioni sfumate e due avvicinamenti falliti proprio all’ultimo momento. Tanti caprioli avvistati, ma la fortuna sembrava proprio essere contro di me. Provai a spostarmi sull’altro versante della collina, al limite della parcella, dove speravo di trovare ancora qualche capriolo in pastura nonostante la mattina fosse ormai inoltrata e il sole splendesse ormai da diversi minuti.

Camminai su un sentiero nella parte alta della collina, con una striscia di alberi come riparo alla nostra destra e, più in basso, un prato. Raggiunto il margine della fila di alberi, m’affacciai con cautela: alla mia destra s’apriva una valle più profonda, una sorta di calanco ancora riparato dai raggi del sole.

Una figura inconfondibile

Il prato degradava in modo piuttosto ripido, interrotto soltanto da una piccola macchia di arbusti proprio al centro, lasciando poi il posto al bosco sul fondo. Proprio sul fondo del prato, a pochi metri dal margine del bosco, vidi immediatamente la figura inconfondibile di un capriolo. Una rapida occhiata con il binocolo confermò che si tratta di una femmina, che dalla corporatura si mostrava decisamente adulta.

Una leggera brezza spirava dal fondovalle verso di noi, ma l’animale sembrava ignaro della nostra presenza, impegnato a brucare da alcuni cespugli su una rivetta. Nel punto in cui mi trovavo non potevo però sparare dallo zaino, a causa della macchia di arbusti che nascondeva il capriolo; dovevo perciò tentare un leggero avvicinamento sul lato.

Sfruttai ancora una volta gli alberi come copertura, spostandomi sulla destra; ma questa volta, quando mi affacciai sul calanco, la femmina di capriolo era ancora lì. Sistemai lo zaino a terra e posizionai la carabina cercando la massima stabilità.

Gli inserti gommati sulla parte inferiore dell’astina si rivelarono molto utili, offrendo un ottimo grip sul tessuto dello zaino; il caricatore sporgente si bloccò sul bordo dello zaino impedendo alla carabina di avanzare. La distanza era di 150 metri; regolai quindi il cannocchiale intorno ai 10 ingrandimenti ed ebbi anche il tempo di sistemare la parallasse sulla torretta di sinistra. L’impugnatura thumbhole della calciatura mi consentì una presa sicura per la mano forte, con una stabilità complessiva ottimale che offrì grande sicurezza.

Abbattimento pulitissimo

marco caimi a caccia di selezione al capriolo
© Matteo Galuzzi / Caccia Magazine

Azionai il cursore dell’hand-cocking e con il punto rosso al centro del reticolo cercai la zona vitale dell’animale. Il capriolo era a cartolina: mostrava il fianco destro, con le zampe anteriori leggermente più a monte rispetto alle posteriori, sempre impegnato a mangiare. In questa posizione preferii evitare il blat, un po’ per il rischio di colpire l’omero, un po’ per il danno che a causa del calibro temevo potesse essere eccessivo. Puntai quindi un po’ dietro alla spalla, a metà del torace, cercando un punto che idealmente si trovava tra la quinta e la sesta costola.

Posizionai il dito sul grilletto e mi preparai. Inizio la pressione e lo scatto monostadio, con peso di soli 780 grammi, cedette con un movimento impercettibile. Il rinculo fu importante ma non eccessivo, il rilevamento quasi assente grazie al peso della carabina; riuscii così a vedere distintamente l’esito del colpo.

La femmina di capriolo crollò a terra sull’anschuss, con un abbattimento immediato e indolore. Appena distolsi lo sguardo dall’ottica, un altro movimento catturò la mia attenzione: un branco di otto caprioli, come apparsi dal nulla, stava fuggendo verso sinistra. Erano coricati nella macchia di arbusti, a meno di cento metri da noi, del tutto invisibili. Non fosse stato per quella singola femmina ritardataria, rimasta a mangiare più a lungo del resto del branco, non mi sarei mai accorti della loro presenza.

Arrivato sull’anschuss, m’accorsi che la palla aveva effettivamente colpito il punto mirato, appena dietro la spalla. Dopo l’eviscerazione potei constatare che la palla monolitica aveva colpito la zona polmonare, causando un doppio pneumotorace e uno shock idrodinamico importante che però aveva riguardato solamente il costato, lasciando integre le spalle dell’animale.

La cerca era stata impegnativa, ma non potevo sperare nulla di meglio: una femmina adulta prelevata in modo etico e con un tiro preciso, che mi aveva permesso di non sciupare le carni e che mi, nei mesi a venire, mi consentì d’onorare il selvatico anche a tavola.

Blaser R8 Ultimate X: la scheda tecnica

  • Produttore: Blaser
  • Distributore: Blaser Italia, tel. 045 4579820
  • Modello: R8 Ultimate X
  • Calibro: .300 Winchester magnum (altri calibri disponibili, dal .204 Ruger al .338 Lapua magnum)
  • Funzionamento: riarmo lineare con testa otturatore a espansione
  • Alimentazione: caricatore bifilare a singola presentazione
  • Numero colpi: 10
  • Canna: lunga 650 mm, volata 17,3 mm con filettatura per il montaggio di accessori (altre configurazioni disponibili a richiesta)
  • Lunghezza totale: da 1.140 a 1.164 mm
  • Scatto: diretto, monostadio, peso rilevato 780 g
  • Percussione: percussore lanciato
  • Sicura: cursore dorsale che disabilita la molla del percussore
  • Mire: mirino a lama, tacca di mira tipo Battue; attacco a sgancio rapido per ottica (in prova, Blaser B2 2,5-15×56)
  • Materiali: carcassa in lega leggera, canna e testa otturatore in acciaio al carbonio
  • Finiture: nitrurazione nera opaca, calcio e astina in polimero con pannelli soft touch
  • Peso: 4.040 g senza ottica, 5.057 g con ottica Blaser B2 e attacco
  • Prezzo: da 7.545 euro; l’esemplare in prova, 8.183 euro

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