Beretta A400 Upland calibro 12: un’estetica accattivante

Beretta A400 Upland

Alla sostanza abbina un profilo intrigante: è il semiautomatico A400 Upland di Beretta, testato a fondo su un percorso di Compak.

Beretta ha presentato la serie A400 già nel 2009: siamo entrati quindi nel decennale della nascita, celebrato dall’arrivo dell’Upland calibro 12. Le forme sono quelle conosciute della serie, ma ingentilite. Permane, è vero, una certa abbondanza di materiale, intesa come dimensioni non proprio minute, ma d’altro canto si può obiettare che l’impressione è una certa solidità dell’insieme. La carcassa, in Ergal per questioni ovvie di peso, è nichelata e presenta una gradevole incisione eseguita a laser con scene di caccia. Sul lato destro si riscontra la presenza di tre colini in volo su porzioni di vegetazione. L’incisione appare riuscita, non invadente e soprattutto correttamente dimensionata nello spazio a disposizione. Altrettanto riuscita l’incisione sul lato sinistro della carcassa, dove sono presenti tre fagiani maschi di cui due in volo e uno in atteggiamento vigile, pronto all’involo. Anche in questo caso, la scena è rappresentata realisticamente e soddisfa pienamente l’occhio. Dovendo per necessità critica obiettare qualche cosa, possiamo solo dire che i colini non sono animali insidiabili sul territorio italico, ma si sa; oramai le armi hanno acquisito una dimensione pienamente internazionale e sono disponibili per i vari mercati mondiali. Pregevole il contrasto, tono su tono, fra la parte della carcassa dedicata alle incisioni, tirata a specchio, e le parti superiore e inferiore, con una piacevole finitura a buccia d’arancia. Inoltre, la finitura nichel della carcassa, aggiunge valore al tutto. L’unica interruzione di colore sulla carcassa la si trova con la spina di ritegno, brunita, con l’ormai consueta levetta del cut-off situata nella porzione anteriore sinistra e con il pulsante rotondo di sgancio otturatore, situato nella porzione anteriore destra. La carcassa presenta superiormente alcune fresature, peraltro ben realizzate e senza alcun segno di lavorazione, destinate ad accogliere eventuali accessori quali ottiche e punti rossi. In mezzo alle fresature scorre un prolungamento, inteso come fresature e rabescatura, della bindella, che aiuta e non poco l’occhio del cacciatore nella collimazione veloce con il mirino terminale e il selvatico. Il ponticello rimane quello in tecnopolimero già ampiamente apprezzato sugli altri semiauto della Casa gardonese; al suo interno il grilletto è con finitura Nistan, ben raggiungibile dal dito indice. Il pulsante della sicura è posizionato nella porzione anteriore del ponticello, così come la levetta del cut-off, storicamente a sinistra.

Fine e snello

Il pacchetto di scatto, di forma tradizionale, è trattenuto in situ dalla spina di ritegno, localizzabile poco sopra il ponticello. L’elevatore presenta un’ampia fenestratura, ai fini del contenimento del peso. Lo spazio a disposizione per l’introduzione e l’estrazione delle cartucce nel serbatoio è ampio e, complice una corretta taratura delle molle, l’operazione è piuttosto agevole anche se condotta in rapidità. Il tiretto di armamento non ha modificato la propria forma e resta piuttosto anatomico per il dito che lo aziona. La calciatura è in legno di noce di colorazione scura e intensa, grazie alla finitura a olio; l’effetto finale è piacevole e di buon livello. Diverso dal solito appare lo zigrino eseguito a laser e presente su impugnatura (a pistola, decisamente comoda) e astina, in grado di offrire un buon sostegno sia al palmo della mano forte sia al palmo della mano debole che sorregge il fucile. Sull’astina lo zigrino ha un andamento mosso, con una serie di linee curve ben riuscite. L’impugnatura, anch’essa ridisegnata rispetto alla precedente serie A400, ha una nuova forma della coccia e offre un’ergonomia molto buona alla mano del cacciatore. L’astina non è particolarmente snella, né potrebbe esserlo, dal momento che accoglie gli organi di presa gas necessari al funzionamento, ma è comunque piacevolmente affusolata nella sua parte craniale, sì da risultare più sfuggente. L’inserto in tecnopolimero nero, che accoglie anche le feritoie per lo sfiato di eventuali gas in eccesso e non necessari al cinematismo dell’arma, snellisce ulteriormente il tutto. Riuscito, dal punto di vista sia estetico sia pratico, il cappellotto di chiusura; è realizzato in Ergal sabbiato e nichelato, il colore riprende quello, accattivante, della carcassa. È inoltre provvisto di intagli larghi per una facile presa durante le operazioni di montaggio e smontaggio. In testa reca l’asola per la maglietta portacinghia anteriore a smontaggio rapido; l’altra è situata sulla pala del calcio, in posizione classica. Il calciolo è il classico MicroCore da 20 millimetri, quello medio, soluzione oramai adottata come standard da Beretta per quasi tutte le sue realizzazioni armiere. Al momento niente Kick-Off Plus, situato all’incirca a metà della calciatura, ma in Beretta ci hanno riferito che questa soluzione sarà comunque disponibile a breve. La piega e il vantaggio possono essere regolati con il set di piastrine in dotazione; di serie il fucile è lungo 123 centimetri, con una lop di 365 millimetri.

Funzionamento impeccabile

Nessuna novità dal comparto canna; l’A400 Upland ne ha in dotazione una ottenuta con procedura Steelium – acciaio trilegato Beretta, foratura profonda, martellatura a freddo, distensione della canna sottovuoto, internamente cromata -, standard di garanzia. La lunghezza disponibile varia dai 66 ai 76 centimetri, passando per i 71 dell’esemplare in prova, con cameratura magnum (76 millimetri o 3”), munita di una bindella da caccia da 6×6 millimetri, rabescata anti riflesso e ventilata a ponticelli larghi. Il diametro in asta della canna Optima Bore Hp è di 18,6 millimetri, mentre gli strozzatori sono i conosciuti e apprezzati Optima Choke Hp. Con l’arma ne vengono forniti cinque, sì da garantire la scelta più ampia al cacciatore. La canna Steelium è bancata con il giglio (prova forzata a 1.320 bar con munizioni di acciaio) perché si possano sparare munizioni alternative al piombo, condizione ormai imprescindibile su un fucile da caccia che vuole essere polivalente; Immancabilmente presente la (modesta) chiave in plastica e metallo Beretta per il montaggio – smontaggio degli strozzatori, operazione chiaramente da eseguire sempre a fucile scarico. La funzionalità dello strumento è buona, ma preferiremmo un accessorio completamente in metallo e magari dotato di pulisci-filetti. Il mirino terminale è in fibra ottica di colore rosso, di dimensioni minute anche se efficace nel suo lavoro di puntamento istintivo; in ogni caso è sempre possibile sostituirlo con uno di dimensioni maggiori. Il cinematismo dell’A400 Upland è a recupero di gas: quasi inutile ripeterlo, dato che Beretta è sempre rimasta fedele alla propria impostazione. Il suo meccanismo viene denominato BLink e sfrutta una meccanica autoregolante e autopulente. Il pistone è dotato di una fascetta elastica raschiante per assicurare la pulizia durante lo scorrimento all’interno del cilindro; nonostante che le dimensioni del sistema siano piuttosto esigue, fatto che si traduce comunque in un’astina più sottile e più adatta ad essere impugnata da mani anche piccole, il funzionamento è impeccabile. L’otturatore, di colore nero, è munito di una testina rotante cromata con alette che si impegnano nelle mortise presenti sul prolungamento di canna per una perfetta chiusura; quest’ultimo, piuttosto pronunciato, è munito anche di un anello di battuta, per migliorare e mantenere costante nel tempo la precisione di accoppiamento con la carcassa, evitando possibili giochi dovuti all’usura e ai ripetuti montaggi/smontaggi della canna negli anni.

Un riarmo perfetto

Per la prova pratica, ci siamo trovati con Luisa Achino, Ricardo Olivieri e Saverio Patrizi, rispettivamente brand communication manager, product manager – hunting & competition shotguns e brand promotion project consultant per Beretta, presso il campo di tiro di San Fruttuoso, a Castel Goffredo, Mn, dove abbiamo messo alla frusta l’A400 Upland sulle impegnative pedane del compak. Abbiamo deciso di simulare l’ingaggio dei selvatici, anche se di argilla colorata di rosso, con un fucile che deve fare della polivalenza sul campo la principale qualità venatoria. Senza farlo apposta, abbiamo cominciato la kermesse con cartucce da 24 grammi, che il semiauto ha digerito senza colpo ferire. Buon segno. La prova è poi proseguita alternando diverse altre munizioni, sempre comunque in grammature medio-basse, per via del numero considerevole di colpi esplosi. Il riarmo è sempre stato perfetto, nessuna incertezza nel cinematismo; la cosa non ci stupisce per un meccanismo che può vantare anni di prove sul campo. Potente l’espulsione, i bossoli schizzano via a debita distanza dal fucile. Molto buona l’impressione balistica, i piattelli che si sono rotti a breve e lunga distanza. La maneggevolezza dell’arma è eccellente e la velocità di puntamento elevata. Il peso dell’A400 Upland è di circa 3.150 grammi con la canna da 71 centimetri di lunghezza, valore peraltro ben distribuito sull’intero fucile e non soggetto a squilibri durante il porto.

L’A400 Upland, ennesima declinazione del semiauto in casa Beretta, per il momento è offerto soltanto nel calibro 12; non escludiamo che possa essere prodotto anche in un calibro minore in un futuro prossimo. In questa configurazione si porta a casa con 2.049 euro. Quando sarà disponibile la versione con il Kick-Off, l’esborso dovrebbe essere di 2.149 euro. Giusto per dare un termine di paragone, la versione A 400 Xplor Action costa circa 1.939 euro; per circa 100 euro di differenza, l’Upland ha un’estetica decisamente più accattivante e vale la piccola differenza di prezzo.

La dotazione

Il Beretta A400 Upland viene consegnato nella valigetta di materiale plastico, idonea al trasporto aereo), insieme alla classica e completa dotazione costituita da flacone di olio Beretta, chiave per gli strozzatori, cinque strozzatori Optima Choke Hp, di cui tre adatti per l’impiego con pallini di acciaio, piastrine per la deviazione della piega e del vantaggio del calcio, certificato di garanzia estendibile  a tre anni, libretto di uso e manutenzione.

Scheda tecnica

  • Produttore: Beretta
  • Modello: A440 Upland
  • Tipo: fucile semiautomatico a presa di gas
  • Chiusura: otturatore a testina rotante con alette rinforzate
  • Calibro: 12
  • Lunghezza canne: 660, 710 o 760 mm
  • Strozzatori: 5 Optima Choke Hp (High Performance)
  • Bindella: 6x6mm
  • Grilletto: finitura Nistan
  • Sicura: pulsante reversibile sul guardamano
  • Calciatura: a pistola, con piega modificabile, in legno di noce europeo selezionato con finitura a olio
  • Finitura: carcassa sottoposta a trattamento con nichel; incisione laser a scene di caccia
  • Peso: 3.150 grammi (canna da 710 millimetri)
  • Prezzo: da 2.049 euro
  • info: www.beretta.it / 030 83411