55 associazioni s’appellano a Sergio Mattarella perché dissuada i parlamentari del centrodestra dal presentare emendamenti sulla caccia nel corso della discussione della legge di bilancio.
Le notizie sono due: la prima è che la maggioranza intende velocizzare la riforma della 157/92 presentando alcuni emendamenti alla legge di bilancio, il cui esame dovrà concludersi entro il 31 dicembre; segue la seconda, ossia l’appello (ne dà notizia la Lipu) di 55 sigle, che si rivolgono direttamente a Sergio Mattarella perché, «per quanto in suo potere», eserciti un’opera di dissuasione «da quest’iniziativa, impropria e lesiva […] dei principi costituzionali, della correttezza procedurale e della ragione stessa della democrazia».
Nella lettera rivolta al presidente della Repubblica si legge che alcuni parlamentari «della maggioranza, in un’operazione verosimilmente concordata con il governo Meloni, intendono inserire nella legge di bilancio, sotto forma di emendamenti, alcuni stralci del disegno di legge 1552», quello firmato dai capigruppo; per ora si ragiona in particolare di interventi sulla durata della stagione venatoria e sulla cattura di uccelli da richiamo, considerati «violazioni gravi della direttiva Uccelli su una materia che ha già comportato procedure d’infrazione [contro l’Italia]».
Alle valutazioni sui contenuti s’aggiunge una contestazione formale: questi emendamenti, scrivono le 55 associazioni, non c’entrano niente con la manovra finanziaria, «usata come espediente». Di un meccanismo analogo il centrodestra si servì all’inizio della legislatura, quando nel corso della sessione di bilancio modificò la disciplina del controllo faunistico.
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